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Fisco, Letta non molla sulla patrimoniale Il premier lo avverte: gioca a carte scoperte

Colloquio telefonico tra i due: i timori che il segretario dem voglia logorare SuperMario nella corsa al Colle. E domani va da Fazio per spiegare la proposta.

Fisco, Letta non molla sulla patrimoniale Il premier lo avverte: gioca a carte scoperte

Enrico Letta lo dice a chiare lettere: «Non mollo». E stavolta il bersaglio della «minaccia» del segretario Pd non è l'alleato-avversario Matteo Salvini. Ma l'inquilino di Palazzo Chigi Mario Draghi con cui ieri si è sentito al telefono per un chiarimento dopo il no del premier alla proposta di introdurre una tassa di successione per finanziare una dote ai diciottenni. Proposta respinta da Draghi con durezza: «I soldi dobbiamo darli, non prenderli». Tant'è che ieri Letta e Draghi hanno avuto un lungo colloquio telefonico. «Un confronto franco e cordiale», spiegano fonti del Nazareno. Ma in realtà c'è stato un duro faccia a faccia. Il premier ha chiesto «lealtà e soprattutto che si giochi a carte scoperte». Letta avrebbe in testa un altro piano: tenere alta la tensione per logorare l'esecutivo fino all'elezione del capo dello Stato. L'obiettivo è segare le gambe a Draghi nella corsa al Quirinale. Scenario ipotizzato da Ettore Rosato (Iv). Da qui si spiegherebbe la virata, l'endorsement ufficiale di Matteo Salvini, sul nome di Draghi per il dopo Mattarella. Nella partita sul fisco il M5S risulta non pervenuto. Mentre l'idea di Letta fa impazzire tutta la sinistra radicale: da Matteo Orfini alle Sardine. Il leader del Pd non arretra e si prepara a un nuovo tour in tv: «Io ho fatto una proposta sui giovani. E poi, con serietà, ho parlato di come finanziarla. Ma vedo che si continua a parlare solo di patrimoni e successioni. Ne traggo la triste ennesima conferma che non siamo un paese per giovani. E non mollo». «Un provvedimento insiste il Pd - che va approvato in questa legislatura»: «Non c'è neanche da chiederlo. Si tratta di una proposta su cui, come ha detto Letta, il Pd non ha intenzione di recedere», spiegano fonti del Nazareno. Missione quasi impossibile con Lega e Forza Italia in maggioranza. «Giusto occuparsi dei giovani, ma senza punire, spremere e tassare genitori e nonni. Nuove tasse targate Pd? No grazie», ribatte Matteo Salvini che lancia sulle pagine social un sondaggio sulla proposta fiscale avanzata da Enrico Letta. In 60mila hanno votato nel giro di 24 ore - sostiene la Lega - e la proposta è stata bocciata dal 92% dei partecipanti. Il leader della Lega mette sul tavolo un'altra strada: la tassa sui giganti del web. «Qui è giusto intervenire. Mettiamoci d'accordo su questo», precisa Salvini. Il no a Letta ricompatta il centrodestra. «I giovani devono essere supportati, ma non con entrate che arrivano da una tassa di successione che arresterebbe un flusso di liquidità di cui oggi le imprese e le persone facoltose hanno bisogno. Per questo apprezziamo l'intervento del presidente del Consiglio Draghi che ha stroncato sul nascere un'altra idea anti-italiana di un Pd che vive in un'altra dimensione», dichiara la parlamentare meloniana Augusta Montaruli.

«Il presidente del Consiglio ha già risposto con un chiaro no alla proposta di Letta che nonostante questo rilancia dicendo di non voler mollare. Cosa vuole ottenere il segretario del Pd, sfidare il governo? C'è un modo molto semplice per farlo, accomodarsi all'opposizione», rincara la senatrice Fi Licia Ronzulli. Domani sera Letta sarà ospite di Fabio Fazio al programma Che tempo che fa. Studio dal quale il segretario dei dem rilancerà la sua agenda: Ius soli, patrimoniale e voto ai sedicenni. Programma su cui raccoglie il sì di Nicola Zingaretti: «L'idea di Letta è buona. Non si toglie all'economia, si ridistribuisce ricchezza verso i giovani, coloro che pagheranno di più la crisi e i nostri debiti».

Mentre l'ex capogruppo dem al Senato Andrea Marcucci e il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca tranciano la proposta lettiana.

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