Fisco, Sud e migranti: quello del premier è il libro degli incubi

Fiducia alla Camera con 343 sì. Niente flat tax, no autonomia Dl sicurezza da smantellare e più spesa pubblica per gli asili

Fisco, Sud e migranti: quello del premier è il libro degli incubi

Nasce il «governo dei miti», lontano da «proclami e dichiarazioni bellicose». Ma più che alla pacatezza - non certo il primo tratto antropologico del Movimento Cinquestelle - quel riferimento sembra rimandare a fantasie e sogni vista la lunga lista di promesse messe in campo da Giuseppe Conte.

Nel suo discorso programmatico lungo oltre un'ora l'ex «avvocato degli italiani» si trasforma in un garante o in un giudice di pace per quanto riguarda i contenuti. Bisogna tenere insieme due forze politiche storicamente agli antipodi. E così il presidente del Consiglio sceglie di muoversi su un terreno morbido, distribuendo promesse e un sostanzioso aumento della spesa pubblica. Un ragionamento che mette insieme priorità apparentemente inconciliabili a colpi di «ma anche» e dimentica l'area del Paese più produttiva, quel Nord d'Italia che sembra sparito dalla carta geografica e dai radar dell'interesse governativo. Non pervenute neppure l'emergenza immigrazione e la flat tax, miraggio balenato nell'orizzonte fiscale di tanti italiani e scomparso con la caduta del governo gialloverde. Ci sono, invece, alcune battaglie ideologico-ambientalistiche come il no alle nuove concessioni per l'estrazione di idrocarburi e una legge sull'acqua pubblica (come se al di là della propaganda di questi anni l'acqua, bene demaniale inalienabile, potesse essere davvero venduto ai privati).

Alla fine Giuseppe Conte incassa una fiducia robusta, assicurando la sopravvivenza a un Parlamento desideroso di tutto tranne che di un ritorno alle urne. I favorevoli alla nascita del Conte Bis sono 343, i contrari 263. Oggi il voto al Senato.

LA MANOVRA

Il discorso inizia con un ringraziamento a Sergio Mattarella: «In queste ultime fasi determinanti per la vita della Repubblica. Ha guidato con equilibrio e saggezza ed è stato riferimento imprescindibile per tutti». Seduto tra Luigi Di Maio, ministro degli Esteri, e Luciana Lamorgese, ministro dell'Interno, il premier Conte annuncia l'inizio di una «nuova stagione di riforme, spero risolutiva» e tra le prime sfide indica la manovra di bilancio che «dovrà indirizzare il Paese verso una solida prospettiva di crescita e di sviluppo sostenibile», una manovra «impegnativa» per «evitare l'aumento automatico dell'Iva e avviare un alleggerimento del cuneo fiscale». Inevitabile il riferimento all'evasione fiscale all'insegna del più classico «pagare tutti per pagare meno». Con la postilla di una legge per «la parità di genere nelle retribuzioni».

LA «LINGUA MITE»

«Useremo un lessico più consono, la lingua del governo sarà una lingua mite», promette il premier, sottolineando il suo impegno e quello «di tutti i miei ministri» ad adoperare «un lessico più consono e più rispettoso delle persone, della diversità delle idee».

ASILI NIDO PER TUTTI

Conte dà al discorso un taglio molto sociale. E promette «scuole e università di qualità, asili nido e servizi alle famiglie, specialmente quelle con figli» tra i primi provvedimenti del nuovo esecutivo. «La sfida sul piano interno è quella di ampliare la partecipazione alla vita lavorativa delle fasce di popolazione finora escluse». Conte promette che «questo governo, quale prima misura di intervento a favore delle famiglie con redditi bassi e medi, si adopererà, con le Regioni, per azzerare totalmente le rette per la frequenza di asili-nido e micro-nidi a partire dall'anno scolastico 2020-2021 e per ampliare l'offerta dei posti».

ITALIA PROTAGONISTA IN UE

Il premier immagina un'Italia «protagonista di una fase di rilancio dell'Unione europea» e parla della necessità di «migliorare il Patto di stabilità e crescita» per «semplificare le regole» e «sostenere gli investimenti, a partire da quelli legati alla sostenibilità».

ADDIO AL DL SICUREZZA

Sul fronte interno, Conte annuncia una revisione del Dl sicurezza voluto da Salvini «alla luce delle osservazioni critiche» di Mattarella, «il che significa recuperare, nella sostanza, la formulazione originaria del più recente decreto legge». «L'epocale fenomeno migratorio» andrà «gestito con rigore e responsabilità».

TAGLIO PARLAMENTARI

«Il taglio dei parlamentari sarà inserito nel primo calendario utile, ma avvieremo anche la riforma del sistema elettorale e la riforma della giustizia», annuncia Conte, mettendo così nero su bianco l'accordo stretto tra Cinquestelle e Pd per un ritorno al proporzionale.

NIENTE AUTONOMIA

Con il cambio di governo la riforma delle autonomie non è più una priorità.

E così la linea ora diventa: «Avanti con l'autonomia, ma senza divario tra Nord e Sud, senza creare un Paese a due velocità». Anche lo statuto di Roma capitale «dovrà essere profondamente riformato perché sia più aderente al ruolo che la città riveste, anche in quanto sede delle massime istituzioni della Repubblica».

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