Fmi boccia i gialloverdi: "Misure non sostenibili"

Fmi boccia i gialloverdi: "Misure non sostenibili"

Roma L'Fmi non è ottimista. Dice che ci sono rischi per l'Europa, anche per le «incertezze» italiane. E a proposito del Belpaese, non vede di buon occhio le scelte di politica economica del governo Lega/M5s.

L'ultimo rapporto del Fondo sull'Eurozona se la prende con le misure «di spesa e fiscali» ipotizzate dal nuovo esecutivo. «Se avranno piena attuazione, forniranno una significativa espansione fiscale, in contraddizione con la sostenibilità del debito».

Il timore è quindi che l'Italia torni a fare deficit per finanziare i tagli alle tasse e il reddito di cittadinanza. Altri sbagliano. Anche la Germania spende troppo, ma compensa con «una storia di sovraperformance delle entrate».

Quindi grazie all'economia che va bene e traina il fisco.

Uno scenario confermato dall'andamento dei salari riportato dal documento Fmi che vede l'Italia maglia nera in Europa. Tra le maggiori quattro economie dell'Ue a 19, l'Italia ha registrato la crescita più lenta degli stipendi nel 2017, segnando un incremento di appena lo 0,4%. La crescita più veloce, invece, è stata raggiunta dalla Germania con un aumento del 2,2%.

Proprio sui salari il Fmi rivolge all'Italia un consiglio che il governo gialloverde non potrà accogliere. In particolare, «rafforzare il ruolo delle politiche attive per il mercato del lavoro e di estendere i nuovi contratti del Jobs Act a tutti i contratti a tempo indeterminato nel settore privato».

Poi «allineare i salari alla produttività», riducendo le disparità regionali sull'occupazione «dando chiara priorità a contratti aziendali e introducendo un salario minimo nelle regioni, potenzialmente differenziato».

Dove il messaggio forte (già rivolto all'Italia anni fa) non è tanto il richiamo a un salario minimo, quanto la possibilità che sia diverso tra Nord e Sud. Sono le vecchie gabbie salariali.

All'Italia il Fmi riserva altre raccomandazioni, in linea con quelle precedenti. In particolare «l'aumento dell'efficienza del settore pubblico».

Poi affrontare «il tema dei privilegi e dell'occupazione nelle aziende pubbliche, anche attraverso la privatizzazione». Infine, «migliorare l'efficienza della giustizia civile per ridurre la lunghezza dei processi e il numero dei casi ancora in sospeso». Nell'Eurozona resta il rischio legato alle «tensioni» della politica.

Il fondo guidato da Christine Lagarde (foto) fa riferimento diretto alle «tensioni dei mercati come quelle vissute durante il recente periodo di formazione del governo italiano» che «hanno innescato un netto allargamento dello spread». Come dire, la priorità è la stabilità. AnS

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