Cronache

"Focolai di importazione". Il virus non lascia l'Italia: solo 3 Regioni a casi zero

Curva dei contagi in salita (249 ieri). Cluster di bengalesi a Ostia e di senegalesi a Cosenza

"Focolai di importazione". Il virus non lascia l'Italia: solo 3 Regioni a casi zero

Da Roma a Cosenza, da Jesolo a Modica. Il territorio italiano si riempe di tanti focolai, per ora contenuti, quasi tutti scatenati da casi di importazione dai Paesi a rischio. E la curva dei contagi resta in salita. Numeri certamente lontanissimi da quelli drammatici del picco dell'epidemia. Ma confermano che il virus è ancora in circolazione. Sono in totale 244.216 i contagi da Covid 19 registrati nel nostro Paese dall'inizio dell'epidemia con i 249 nuovi casi di ieri, in salita appunto rispetto ai 233 di due giorni fa. Ancora 14 decessi da attribuire a Sars Cov 2 per un totale di 35.042 vittime. Al momento i soggetti positivi noti sono 12.368.

Sono soltanto tre le Regioni senza nuovi casi: Basilicata, Molise e Valle d'Aosta. Ancora la Lombardia in testa per il numero di nuovi contagi, con 88 positivi in più. Molti casi anche in Emilia Romagna, 40, in Veneto, 34, e infine nel Lazio. Quasi tutti «importati». Arrivano dal Bangladesh o dal Senegal e hanno bisogno di lavorare. Sfuggono inizialmente ai controlli come nel caso dell'operatore che lavorava allo stabilimento La Vela di Ostia, che è stato chiuso. Collegati a questo caso altri sei positivi, coinquilini dell'immigrato che era andato a lavorare con la febbre. Negativi invece gli altri dipendenti dello stabilimento balneare.

Preoccupato il governatore del Veneto, Luca Zaia che chiede di bloccare anche le frontiere terrestri. «È accaduto quello che ho sempre sostenuto, abbiamo avuto focolai da parte di stranieri - dice Zaia - Noi continuiamo a testare positivi per arrivare alla badante, all'immigrato che torna. Non è questione di razzismo ma occorre intensificare controlli a terra». Preoccupazione confermata dai dati che arrivano dal Lazio segnalati dall'assessore alla Sanità, Alessio D'Amato: «su 20 nuovi casi 13 sono di importazione: 11 casi sono di nazionalità del Bangladesh, un caso di rientro dall'Irak e uno dall'India». D'Amato assicura che è stato attivato il contact tracing per tutti i contatti.

Dal viceministro della Salute pentastellato, Pierpaolo Sileri una proposta per aiutare il turismo. «Dobbiamo essere particolarmente rigorosi sugli arrivi dai Paesi dove la pandemia è fuori controllo - ha spiegato Sileri - Ma non possiamo pensare che il turista americano venga in Italia per farsi 14 giorni di quarantena. Servono test immediati all'arrivo e, dopo cinque giorni nell'albergo prescelto, un secondo tampone. Se si è negativi, allora si può circolare liberamente».

I nuovi focolai che al momento sembrano essere tutti sotto controllo spuntano un po' ovunque. A Cosenza dove 15 componenti della comunità senegalese sono risultati positivi al virus, tutti asintomatici e al momento in isolamento domiciliare. Una scoperta casuale: una bambina che fa parte della comunità senegalese doveva subire un intervento, sottoposta a tampone è risultata positiva. A contagiare tutti sarebbe stato un uomo rientrato dal Senegal dove avrebbe contratto il virus. Grande attenzione del servizio di salute pubblica su Modica dove si è stabilita per 15 giorni una escort: aveva preso in affitto un monolocale dove ha ricevuto molti clienti su appuntamento, prima di lasciare la Sicilia. A Foligno è stata poi sottoposta a test ed è risultata positiva. Dalla Sicilia ha viaggiato in autobus e in treno.

Individuato un cluster in un ristorante a Savona, con 18 nuovi casi tra il personale del locale e due infermiere della pediatria di Savona. Tra i clienti anche uno sportivo, Matteo Aicardi, della nazionale di pallanuoto, ricoverato il 15 luglio nell'ospedale di Albenga.

Il contagio sarebbe avvenuto durante una cena: due infermiere erano sedute vicino al pallanuotista.

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