Follia all'Acea di Roma. Un super consulente da 300mila euro al mese

L'azienda energetica romana si affida ai consigli "salati" dell'esperto americano John P. Kotter

Follia all'Acea di Roma. Un super consulente da 300mila euro al mese

Roma - Il pinguino Fred ha trovato casa a Roma. Il simpatico protagonista de «Il nostro iceberg si sta sciogliendo», bestseller del guru americano della psicologia del lavoro John P. Kotter, è infatti l'ispiratore del progetto di riorganizzazione aziendale della multiutility capitolina Acea, controllata al 51% dal Comune.

Qual è il mantra del superconsulente che addestra anche i Navy Seals degli Stati Uniti? «Nelle situazioni di difficoltà e di cambiamento, come una crisi, bisogna darsi una mano all'interno dell'azienda». Bella forza! Ma se te lo dice un americano, fa molto più chic. Il problema è che la consulenza non è gratis: secondo fonti bene informate, la spesa dovrebbe aggirarsi sui 2,5 milioni di euro e il costo mensile di Kotter & C. è stimato addirittura sui 300mila.

La circostanza ha preoccupato non poco i sindacati dell'azienda energetica romana, anche perché il progetto «Acea 2.0» dello specialista statunitense prevede una traduzione pratica molto più prosaica. La creazione di piccole unità di crisi pronte a risolvere tutti i problemi della clientela, secondo i rappresentanti dei lavoratori, sarebbe un escamotage per celare un trasferimento di dipendenti verso il call center aziendale della società «Acea 800» (5 milioni di euro di perdite nel 2014 e ora trasformata in spa).

«I dirigenti minacciano il trasferimento nel caso non vi siano adesioni spontanee a quello che viene presentato come un piano di digitalizzazione», riferisce una fonte vicina al dossier. Di qui la scelta di Cgil, Cisl e Uil di proclamare uno stato di agitazione che è l'anticamera dello sciopero giacché si temono circa 800 esuberi mascherati. «Grazie a un investimento di 50 milioni di euro, tutti i processi saranno presto gestiti in modalità digitale, superando burocratismi e inefficenze», ha replicato l'azienda invitando le forze sociali a non respingere «questa rivoluzione» superando «schemi consolidati e rendite di posizione».

Parole che sembrano estrapolate da un discorso qualunque di Matteo Renzi. E non è un caso: in Acea c'è molto del premier. Innazitutto, l'ad Alberto Irace viene da Publiacqua, una controllata toscana dove nella sua vita precedente sedeva il ministro Maria Elena Boschi. E proprio in quella sede era stato sperimentato per la prima volta il metodo Kotter. Altro indizio: in Publiacqua Irace è stato rimpiazzato con Alessandro Carfi, dirigente Acea e marito di Alessandra Cattoi, assessore alla Scuola a Roma e storica portavoce del sindaco Ignazio Marino. Più metodo Renzi di così si muore!

La sensazione diffusa è che Acea avrebbe potuto tranquillamente soprassedere a questa «rivoluzione digitale» e concentrarsi su un suo atavico problema: le bollette pazze (perché basate su consumi presunti in maniera

totalmente errata) recapitate alla clientela. Il nuovo software è in rampa di lancio e sarà pienamente operativo nel 2016. Forse con i 2,5 milioni spesi per adottare il pinguino Fred si sarebbe potuta accelerare la pratica.

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