"Fondi privati per le moschee? Solo se arrivano dall'Italia"

La proposta della Lega per la costruzione dei luoghi di culto: "Dal Medio Oriente, diciotto milioni l'anno. In Italia c'è preoccupante vuoto normativo"

"Fondi privati per le moschee? Solo se arrivano dall'Italia"

Enti e associazioni che vorranno costruire nuove moschee dovranno dimostrare la provenienza dei fondi e presentare il bilancio, completo e non in forma ridotta, per verificare che i soldi non arrivino da strutture con rapporti e iniziative poco chiare. E potranno ricevere denaro solo da organizzazioni residenti sul territorio nazionale È questa l’idea alla base della proposta di legge presentata alla Camera dall’intero gruppo dei deputati di Lega Nord e Noi “capitanati” dal capogruppo Massimiliano Fedriga e dall’ex leader Umberto Bossi.

Nel preambolo, i leghisti scrivono: “E’ da rilevare che ancora non esiste un’intesa fra lo Stato italiano e la confessione religiosa islamica, non essendoci un unico interlocutore per la religione musulmana, benché il numero di musulmani in Italia – sebbene incerto in quanto legato a un fenomeno migratorio in parte irregolare – sia stimato aggirarsi intorno al milione e mezzo, facendo dell’islam la seconda religione più diffusa nel nostro Paese dopo il cattolicesimo”.

La questione focale è quella legata ai finanziamenti, della loro provenienza e della trasparenza e del loro effettivo utilizzo nella costruzione delle moschee: “Secondo recenti notizie apparse sulla stampa, pare che ammontino a diciotto milioni di euro all’anno i finanziamenti per la costruzione in Italia di moschee e luoghi di preghiera e culto, autorizzati o meno, provenienti dall’estero, in particolare dal Qatar, dall’Arabia Saudita e dalla Turchia".

C'è pure un altra tematica da considerare, per i deputati della Lega: "Tralasciando gli aspetti urbanistici e ponendo una doverosa attenzione alla provenienza e all’utilizzo dei finanziamenti che continuano a riversarsi nel nostro Paese dall’estero, l’Italia rispetto ad altri Paesi, come ad esempio l’Austria, che l’anno scorso ha approvato una legge contro i finanziamenti da altri Stati, o più recentemente la Francia che ha annunciato una analoga iniziativa, non si è ancora dotata di opportuni strumenti giuridici per garantire la tracciabilità ed il controllo dei finanziamenti impiegati, e spesso gestiti da semplici associazioni, per la creazione di diversi centri di culto, preghiera o culturali in senso lato”.

E infine, il senso della proposta che fa della trasparenza dei fondi uno strumento per far luce sulle zone d’ombra in cui potrebbe allignare il terrorismo: “Non può non rilevarsi la necessità di introdurre una disciplina ad hoc relativamente alla tracciabilità dei finanziamenti impiegati per l’edilizia di culto anche alla luce dell’attuale contesto migratorio e della sicurezza internazionale, ove alcuni centri, da punti di aggregazione, possono diventare centri di possibile reclutamento da parte dell’estremismo religioso islamico.

E proprio per prevenire - conclude il gruppo leghista -, nonché impedire, eventuali finanziamenti che abbiano quale ultimo fine quello di sovvenzionare il terrorismo di matrice religiosa, si rende necessario intervenire con la presente proposta di legge per colmare il vuoto legislativo esistente in materia”.

E' la seconda proposta normativa della Lega su tematiche religiose dopo la presentazione del disegno di legge relativo alla presenza del Crocifisso nei luoghi pubblici.

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