Forza Italia esce alla Camera e prepara la guerra al Senato

Il Cav detta la linea: niente sfiducia personale alla Boschi. Ma a Palazzo Madama sarà un no compatto contro il governo

Forza Italia esce alla Camera e prepara la guerra al Senato

Berlusconi rinsalda l'asse con Lega e Fratelli d'Italia ma nel partito rimangono le fibrillazioni. La questione è sempre la stessa: in Forza Italia esistono due linee che si accreditano entrambe come il vero pensiero berlusconiano. Una, radicale, oltranzista e dura che fa capo al presidente dei deputati Renato Brunetta; l'altra moderata, contenuta e più flessibile che fa riferimento al capogruppo azzurro al Senato, Paolo Romani. Spesso le due linee confliggono a tal punto che quando si scontrano fanno così tante scintille da provocare dei falò. Incendi che poi finiscono inevitabilmente sui giornali con i due che verbalmente se le danno di santa ragione. In mezzo c'è il Cavaliere che fa la sintesi. Quella di ieri, per esempio, è stata quella di non partecipare al voto sulla mozione di sfiducia individuale al ministro Boschi. Una scelta mediana tra chi avrebbe preferito unire il pollice verso nei confronti del ministro a quelli di Lega, M5S e Fdi e chi sosteneva che era un errore perché le sfiducie individuali sono sempre state estranee al dna degli azzurri. Berlusconi ha pertanto benedetto la «terza via»: fuori dall'Aula al momento della conta.Il problema è che, di prima mattina, da Mosca, il leader del Carroccio va giù duro: «Se Forza Italia non vota la sfiducia al governo, ci incazziamo e ci sarà da rivedere tutto, anche la coalizione Lega-Fi-Fdi per le amministrative», mostra i muscoli Salvini.

Nel senso: passi la Boschi; ma se al Senato, dopo le vacanze natalizie, gli azzurri si sfilano anche dalla mozione di sfiducia al governo saranno guai. Infatti: «Se anche sulla mozione contro il governo hanno cambiato idea e prevarrà la linea inciucista - afferma Salvini - a quel punto bisogna ripensare tutto, anche la coalizione per le amministrative. La Lega fa accordi solo con chi è all'opposizione di Renzi. Ma sono convinto che, alla fine, in Forza Italia prevarrà la linea della coerenza e dell'opposizione».Così è. Anche se, per tutto il giorno, gira voce che non sono poche le perplessità di Romani; mentre Brunetta gongola: «Non abbiamo alcun dubbio che la mozione di sfiducia al governo sarà presentata anche al Senato, e che conseguentemente ci sarà una relativa calendarizzazione della stessa, con la possibilità, per l'alternanza tra i due rami del Parlamento, di discuterla sempre a gennaio a Palazzo Madama». La sintesi della situazione in atto la fa Maurizio Gasparri con una metafora: «In effetti è come se ci fossero due tipi di opposizioni azzurre: una liscia, alla Romani; e una gassata alla Brunetta. Io sono decisamente per la Ferrarelle».E si torna al problema di riuscire a fare la sintesi su tutti i temi che quotidianamente si presentano in Parlamento. E in tanti chiedono al Cavaliere un luogo dove poter discutere, dibattere e poi decidere. Con l'ultima parola che, ovvio, deve spettare a lui e a lui solo.Berlusconi annuisce; concorda. Gli spiace solo che, ancora una volta, l'immagine del partito è di una truppa dove volano gli stracci. Specie in un momento in cui, giura l'ex premier «Renzi è in affanno e noi dobbiamo restare uniti; soltanto così possiamo vincere le elezioni». Sì perché Berlusconi delle quotidiane tattiche sulle battaglie parlamentari non si appassiona per nulla. Guarda avanti e pensa già al futuro: «Dobbiamo cercare fin da oggi i pezzi da novanta che potrebbero fare i ministri quando vinceremo noi. Perché vinceremo noi, ne sono certo. E dobbiamo metter su il governo dei migliori: 8, 10 persone, non di più».Certo, resta la grana del partito senza grana.

I soldi non ci sono più e il Cavaliere, per legge, non può più metter mano al portafoglio come fatto finora. Ma Berlusconi pensa anche a questo: «Faremo un partito 2.0. Più leggero, presente sul web e su tutti i social network». Oltre che, ovviamente, «alla mia presenza in tv».

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