Forza Italia: "Ricostruzione e commissione d'inchiesta"

Gli azzurri chiedono che si verifichi subito lo stato di tutte le infrastrutture del Paese date in concessione

Forza Italia: "Ricostruzione e commissione d'inchiesta"

Una stoccata contro il sensazionalismo governativo. Ma anche la disponibilità a lavorare insieme con le forze di maggioranza sia per realizzare un piano straordinario per la manutenzione delle opere stradali sia per completare le grandi arterie autostradali necessarie a «tenere agganciato il Paese alla modernità». Il tutto corredato dalla richiesta di istituire una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato delle infrastrutture italiane.

Forza Italia sceglie la via del pragmatismo e chiede a Lega e soprattutto ai Cinquestelle di rispondere subito con iniziative concrete all'emergenza evidenziata dal drammatico crollo del Ponte Morandi. Il messaggio viene rilanciato da tutti i principali dirigenti del partito a partire dalle capigruppo Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini, ma anche da Mara Carfagna e Giorgio Mulè.

«Diciamo no al governo dei no. Diciamo no alla irresponsabile e pericolosa demagogia dei Cinquestelle che anche oggi insistono nel chiedere lo stop a nuove infrastrutture di cui invece l'Italia ha un drammatico bisogno, come dimostra il disastro di Genova». «E allora», proseguono Gelmini e Bernini, «ci rivolgiamo all'esecutivo: meno chiacchiere, meno propaganda, più lavoro e più fatti concreti. Venga immediatamente avviato l'iter per una legge speciale per Genova, per accelerare la ricostruzione e reagire all'emergenza. Chiediamo anche, con forza e determinazione, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sullo stato delle infrastrutture italiane». Forza Italia ribadisce inoltre di essere pronta a sostenere in Parlamento non solo un piano straordinario per la manutenzione delle opere stradali e degli edifici pubblici a rischio, ma tutte le iniziative necessarie alla «realizzazione di tutte le nuove grandi opere necessarie per mantenere il Paese agganciato alla modernità, comprese le reti transnazionali, pena la perdita di sicurezza e competitività».

Giorgio Mulè punta il dito contro il «vortice di disgustose polemiche» di queste ore. «L'unico faro deve essere la rinascita di Genova. Pretendiamo che vengano date risorse importanti alla città per ripartire, il governo si concentri su questo, faccia prevalere l'interesse e il rispetto per la città» dice il portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato che chiede l'immediato azzeramento del pedaggio autostradale per i residenti in Liguria. E Licia Ronzulli accusa l'esecutivo di «voler individuare i colpevoli prima delle colpe», un modus operandi che rappresenta «un pericolo per il Paese e per quello che osiamo definire uno Stato di diritto».

Lucio Malan, infine, ricorda al ministro delle Infrastrutture Toninelli che «oltre alle evidenti competenze in capo al concessionario Autostrade, c'è anche una responsabilità di vigilanza del suo ministero.

Il Ponte Morandi è parte della concessione di Autostrade ma è proprietà dello Stato che ne tornerà in pieno possesso nel 2038. Ci dica quale è stata l'attività di vigilanza effettuata, ovviamente anche prima che lui fosse a capo del ministero. Per la propaganda c'è tempo».

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