Francia, crociata anti Napoleone. "Il simbolo dell'espansionismo"

Revisionismi senza confini. A Rouen il sindaco socialista vuole sostituire la statua con una donna

Francia, crociata anti Napoleone. "Il simbolo dell'espansionismo"

E se spodestassimo Napoleone? Perché no? Non siamo nel XIX secolo, quando Austria, Russia, Prussia e Gran Bretagna cavalcarono l'obiettivo di cacciarlo dal trono di Francia. Ma nel 2020. Stavolta, a bocce ferme e a due secoli di distanza, Bonaparte non è che una statua. Un pezzo di storia transalpina immortalato nella piazza di Rouen, nel cuore della Normandia. Di cui un sindaco socialista vuol sbarazzarsi.

Al suo posto, vorrebbe «una figura femminile in una posizione di rilievo». La proposta choc fa però sobbalzare gli storici, che si schierano contro l'idea di Nicolas Mayer-Rossignol. Il primo cittadino insiste: «Sarebbe bello se Rouen fosse la prima città in Francia ad accogliere, nella piazza del municipio, una statua o un'opera dedicata a Gisèle Halimi, figura della lotta per i diritti delle donne». Sul podio dell'imperatore, lì da 165 anni, potrebbe dunque comparire l'avvocatessa femminista Halimi (legale di Simone de Beauvoir e Jean-Paul Sartre), morta il 28 luglio scorso a 93 anni. Sarà quest'intellettuale franco-tunisina a prendere il posto d'onore sostituendo la statua equestre eretta nel 1865 da Vital Dubray? «Ovviamente non si tratta di distruggerla», spiega il sindaco. Ma tanto basta per accendere gli animi.

L'opposizione insorge e gli storici anche. Dopo le polemiche sollevate dalla decisione di diversi sindaci di rimuovere statue riferite al passato coloniale della Francia, dopo l'affaire Floyd negli Stati Uniti, tocca all'imperatore a cavallo a essere sottoposto a una sorta di cancel culture. Se per il primo cittadino è «simbolo di espansionismo» che non contraddistingue gli odierni valori della città, per altri è parte di una gloriosa storia.

Da quando la Settima coalizione confabulava per deporre il generale una volta per tutte, di tempo ne è passato. Napoleone torna però d'attualità. E non per essere celebrato, ma come un tempo per essere cacciato: stavolta da una piazza che lo vede ancora a cavallo, leader trionfante. «Possiamo chiamarla distruzione della memoria», tuona Thierry Lentz, direttore della Fondation Napoléon, «un fenomeno di moda». Ricorda che la statua di Bonaparte, realizzata con il bronzo dei cannoni presi dal nemico nella battaglia di Austerlitz, ha infatti un significato nella storia di Rouen: ha contribuito alla locale prosperità. Poi lancia un generale j'accuse: «In una città è l'albero di Natale che non vogliamo più. In un'altra è il Tour de France. Qui è una statua di Napoleone, non per ciò che è, ma per andare nella direzione delle neofemministe o degli antirazzisti». Il sindaco ha chiarito che ci sarà una consultazione pubblica prima di prendere la decisione. Intanto la statua di 7 tonnellate, alta 4,40 metri, sarà restaurata.

Napoleone e il suo destriero avevano perfino resistito il 24 giugno, quando gli specialisti della fonderia Coubertin hanno tentato di sollevarlo dal piedistallo per il restauro. Poi il sindaco ha detto che di Bonaparte si poteva anche fare a meno, dandosi alla spasmodica ricerca di un sostituto femminile per il suo «trono».

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