Coronavirus

In Francia il primo morto fuori dall'Asia

La banca centrale di Pechino: banconote disinfettate e in quarantena

In Francia il primo morto fuori dall'Asia

Dopo il primo caso isolato in Egitto ora si deve registrare la prima morte in Europa. Si tratta però, è bene sottolinearlo, di casi importati. Il numero delle vittime del Covid-19 continua a salire vertiginosamente: 1.527 decessi concentrati nel focolaio dell'epidemia in Hubei. Anche i contagi al momento non rallentano: 67.097. I guariti, sono 8.578. Continuano a crescere i contagiati della Diamond Princess ancorata nel porto di Yokohama: 67 per un totale di 285 malati.

E Pechino ieri ha ribadito le misure drastiche messe in atto per il contenimento dell'epidemia compresa quella della pena capitale: chi «intenzionalmente nasconde o riporta in maniera incompleta i sintomi del contagio del nuovo coronavirus commette un reato penale che verrà punito severamente, anche con la pena di morte». Non solo. Fan Yifei, il vice governatore della Banca del Popolo della Cina ha annunciato la quarantena per le banconote provenienti dalle zone più colpite dall'epidemia. Il denaro dovrà essere disinfettato con raggi ultravioletti e stoccate per 14 giorni prima di tornare in circolazione.

La vittima registrata in Francia è un turista cinese ottantenne. L'annuncio è arrivato dalla ministra della Sanità francese, Agnes Buzyn che ha segnalato che si tratta del primo decesso legato al Covid-19 fuori dall'Asia. Il turista veniva dalla provincia dell'Hubei. Le sue condizioni si erano aggravate rapidamente dopo l'arrivo in Francia il 16 gennaio. Anche la figlia dell'uomo è contagiata ed è ricoverata a Bichat, ma «il suo stato di salute non preoccupa». In Francia in tutto i casi confermati sono undici: quattro sono stati dimessi dopo essere guariti. Sei sono ricoverati in buone condizioni.

Desta invece molta preoccupazione lo sbarco del virus in Africa: un cittadino cinese in viaggio. Caso subito isolato, assicurano le autorità sanitarie, e ricoverato presso l'ospedale Najila nella provincia di Matroha. È stabile e asintomatico. Tutti i luoghi che ha attraversato il paziente sono stati disinfettati ed è scattata la quarantena per 15 giorni per tutti i membri del suo gruppo cinese. I controlli eseguiti in aeroporto dall'ispettorato sono stati confermati dal test.

I dubbi sulla capacità di contenimento dell'epidemia non riguardano l'Egitto, sostiene Giorgio Palù, professore ordinario di Microbiologia e virologia all'università di Padova, che ha le capacità e i mezzi diagnostici necessari come dimostra la rapida identificazione del caso ed il suo isolamento ma «la vera Africa, quella centro-equatoriale, dove la Cina ha grossissimi interessi economici e i cinesi che viaggiano e lavorano sono milioni.

Si rischia un possibile, nuovo focolaio dell'epidemia».

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