Quella fronda sovranista nel M5S che può far cadere il governo

Torna in scena Alessandro Di Battista: "Contatti con lui". Spunta un documento per criticare l'Europa e per bocciare la ricetta economica di Gualtieri

Quella fronda sovranista nel M5S che può far cadere il governo

Una fronda sovranista del M5S potrebbe piazzare una bomba nel governo e farla esplodere da un momento all'altro. Le anime "ribelli" all'interno dell'esecutivo giallorosso non mancano, soprattutto alla luce dell'accordo al ribasso raggiunto dall'Eurogruppo: non a caso è spuntato un documento firmato da 23 eletti grillini per criticare l'Unione europea e per proporre una ricetta economica nell'ambito dell'emergenza Coronavirus, totalmente diversa da quella portata dal ministro Roberto Gualtieri sui tavoli europei. La maggioranza e lo stesso Movimento 5 Stelle sono rimasti spiazzati dall'iniziativa: il coordinatore Pino Cabras ha avvertito che "dovranno mettere in discussione la nostra permanenza" se i tedeschi vogliono concepire l'Ue come "un luogo in cui loro possono fare tutto quello che vogliono" mentre agli altri viene preclusa "ogni possibilità di crescita".

Ma il documento non è stato scritto in solitaria. Anzi, ha visto tornare in scena uno storico attivista giallo: "Ci siamo sentiti con Alessandro Di Battista mentre redigevamo il documento". Anche se i protagonisti della missiva sono solamente 22 parlamentari e un europarlamentare, in realtà molti nel Movimento 5 Stelle hanno ammesso di essere d'accordo con quanto scritto: "Volevamo uscire con i nomi di chi aveva lavorato all'estensione dei punti programmatici, ma non va visto come un manifesto". Far uscire queste proposte nel pieno delle trattative con l'Europa è stato letto da molti come uno schiaffo al lavoro del governo, ma il deputato 5S - che ci sta lavorando da una settimana - rifarebbe tutto: "Pensavamo di arricchire la discussione e rafforzare il ruolo italiano, offrendo più opzioni nel corso del negoziato".

Gualtieri nel mirino

Nell'intervista rilasciata a La Stampa, il capogruppo in commissione Affari esteri ha bocciato categoricamente l'intesa trovata giovedì sera: mentre gli Stati Uniti hanno messo su un piano di aiuti da 2mila miliardi di dollari, qui si sta discutendo del Mes - "che potrebbe far arrivare 30 o 40 miliardi di euro all'Italia" - e del Sure, una cassa integrazione europea con l'intento di difendere il lavoro nei paesi più colpiti dalla crisi provocata dall'emergenza Coronavirus. "È una cosetta da niente se si vuole davvero contrastare la disoccupazione. Sono tutti interventi modesti. La Bce faccia il suo lavoro o dovremo farlo da soli", ha tuonato Cabras.

Il deputato del M5S ha voluto smentire la nascita di una vera e propria fronda sovranista che potrebbe bocciare l'accordo in Aula: ritiene semplicemente di far parte di un gruppo di persone che condivide una visione. "Le parole di Conte e di Crimi sono molto chiare, a differenza di Gualtieri", ha aggiunto.

Ma se da una parte l'uscita dall'Euro non convince perché "lo spread ci divorerebbe nel giro di due settimane", dall'altra c'è l'assoluta certezza di un'urgente "svolta europea che archivi definitivamente gli anni del rigore".

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