"Fu una rottura con lo stile ideato dai miei genitori"

La direttrice della maison: "Il suo rigore mise fine agli anni '70"

"Fu una rottura con lo stile ideato dai miei genitori"
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L'ultimo contatto tra Angela Missoni e Giorgio Armani è stato all'inizio dell'anno quando è mancata sua madre Rosita. "Mi ha scritto una lettera, ha fatto di suo pugno il necrologio e mandato una corona di fiori", racconta per spiegare di che pasta era fatto il grande stilista.

Lei era giovanissima quando è esploso il fenomeno del made in Italy di cui sono stati alfieri i suoi genitori, Krizia, Gianni Versace, Gianfranco Ferrè, Franco Moschino Laura Biagiotti e Giorgio Armani. Ricorda qualcosa di quel momento irripetibile?

"I miei genitori hanno iniziato 20 anni prima di Armani, Versace, Ferrè e soprattutto di Moschino che esordisce come figurinista di Versace e viene spinto proprio da lui a darsi allo stilismo. Dimentica inoltre Walter Albini che è stato il primo ex aequo con mio padre a collegare la moda all'industria. Poi arrivarono Krizia e Laura Biagiotti e infine tutti gli altri".

Ma non sono stati tutti loro a lanciare la Milano Fashion Week in alternativa alle sfilate in Sala Bianca a Firenze?

"A dire il vero mio papà si era stufato molto prima delle sfilate fiorentine. Diceva che noi stavamo a due passi da Malpensa, perché mai dovevamo andare sulle rive dell'Arno quando stampa e compratori stranieri dovevano passare da Sumirago per andare a Firenze? Così per un paio di stagioni abbiamo sfilato a casa nostra e il New York Times scrisse che la presenza di Missoni era un ottimo motivo per fermarsi a Milano sulla strada per la Toscana".

Insomma quando ha conosciuto Armani?

"Alla fine degli anni '70 che praticamente finiscono con lui. Il suo stile è stato proprio di rottura con lo stile che avevano lanciato i miei genitori. Loro erano gli anni '70, lui gli '80. Questo non ci ha impedito di avere un buon rapporto basato sul reciproco rispetto".

Inutile chiederle quale decade preferisce...

"Sono due cose imparagonabili. Gli anni '70 sono un'affermazione di libertà. Armani invece mette la giacca alla donna che lavora, si confronta con un mondo difficile e cerca di farlo senza farsi troppo notare. Insomma lui mette ordine nella nuova mistica della femminilità e crea una divisa manageriale alle donne. La sua prima testimonial è stata infatti Marisa Belisario, la celebre manager dell'Italtel".

Ha un ricordo personale con Re Giorgio?

"Gli stilisti presenti in quella foto del 1985 erano un gruppo stretto e si ritrovavano sempre a Ideacomo, una manifestazione del tessile che si teneva a Villa D'Este. Una volta sono andata alla festa di chiusura con il mio compagno (l'imprenditore comasco Bruno Ragazzi, ndr) perché volevo presentarlo ai miei. Quando mi sono avvicinata ho visto che con loro c'era Giorgio e allora ho puntato su di lui che ha risolto la situazione dicendo: Mi fai conoscere un amore che mi ha tradito per mettersi con quell'altro?. Parlava di Gianni Versace con cui Bruno era in società".

Dunque è vera la leggenda della loro rivalità?

"Penso che sia stata molto enfatizzata. Erano due uomini intelligenti che non avevano tempo da perdere".

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