Roma - Repubblica e il «soccorso rosso» vanno all'attacco del ministro dell'Interno, Matteo Salvini, inducendo la Corte dei Conti ad aprire in tempi record un'inchiesta per i voli blu, ma ignorano che l'altro vicepremier, Luigi Di Maio, benché prenda aerei civili, gira come una trottola.
Dall'inizio della campagna elettorale, ovvero dal 3 maggio, infatti, il ministro pentastellato ha già fatto 24 tappe elettorali e ne farà molte altre da qui al 24 maggio, quando chiuderà il suo tour con la tappa romana. Partito dalla sua città, Pomigliano, Di Maio ha toccato Casoria, Alghero, Cagliari, Assemini, Monterotondo, Campobasso, Palermo, Castelvetrano, Caltanisetta, Pescara, San Giovanni Rotondo, Bari, Foggia, Matera, Perugia, Fano, Ascoli Piceno, Roma, Firenze, Villanova D'Albenga, Vado Ligure, Torino e Biella. Per oggi sono previste tappe a Milano, Reggio Emilia e altre città dell'Emilia Romagna, sarà quindi a Vimercate, in Veneto, a Cosenza, Avellino e, quindi, nella Capitale.
Insomma, un tour che lo ha condotto e lo condurrà in mezza Italia alla ricerca di voti e consensi.
Sui voli blu ha ragione, non ne prende come promesso, ma questo non significa che fa risparmiare gli italiani. Da fonti vicine alla presidenza del Consiglio, infatti, si apprende che il ministro, laddove ci siano voli predisposti dall'Aeronautica militare per altri colleghi di governo, potrebbe tranquillamente usufruirne. Il costo di trasporto di un passeggero o di due non cambia. Cambia, però, se al posto di quel volo con cui si potrebbe risparmiare, il ministro in questione decidesse comunque di far pagare un biglietto aereo di una compagnia civile, perché quello ricadrebbe sulle tasche dei contribuenti. E pare che il fatto, secondo bene informati, sia già successo, sia per Di Maio che per qualche sottosegretario 5 stelle. Un'arma a doppio taglio, insomma.
Peraltro, il livello di sicurezza stabilito per il ministro dell'Interno è molto più alto di quello previsto per Di Maio.
Da chiedersi, oltretutto, perché la Corte dei Conti non abbia ancora aperto un'inchiesta sui voli presi dall'ex ministro Angelino Alfano che, come raccontato due anni fa dal Giornale, usava gli elicotteri di Frontex per andare a casa, o su quelli usati dall'ex premier Matteo Renzi, che usava i velivoli di Stato per la campagna elettorale, o dal ministro della Difesa Roberta Pinotti, che con i voli addestrativi dell'Aeronautica raggiungeva la sua residenza di Genova. C'è, invece, un'inchiesta aperta sull'Airbus 340 ancora fermo a Fiumicino, ovvero l'aereo conosciuto come «Air Force Renzi». Su quello, tema tanto caro a Di Maio, la Corte dei Conti un fascicolo lo avrebbe aperto eccome, si dice proprio dopo le pressioni del vicepremier 5 stelle.
Due pesi e due misure, insomma. Il tutto mentre il ministro di Pomigliano gira l'Italia in lungo e in largo raccontando agli italiani che i mezzi pubblici e i voli di linea da lui presi sono un risparmio per il Paese.
Eppure, spulciando tra le cronache, non è che Di Maio sia stato proprio tanto al suo ministero. Chi si ricorda il suo viaggio in Usa, lo scorso marzo, tanto per fare un esempio o ancora negli Emirati Arabi ad aprile o quello dello scorso anno in Cina, dove arrivò viaggiando in business class per poi alloggiare all'hotel Four Season di Pechino, hotel extra lusso dotato di Jacuzzi e ogni comfort?
Insomma, tutti all'attacco del ministro dell'Interno, che per ruolo è spesso obbligato a
viaggiare sui velivoli dell'Aeronautica militare. Alla fine quelli ad aver preso più voli blu, però, sono i pentastellati, con 72 tratte (il 62 per cento del totale). Mentre Di Maio finge di essere un risparmio per i cittadini.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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