Furto del secolo al Louvre: catturati due della banda

Uno aveva un biglietto per l'Algeria, l'altro per il Mali. Sono 30enni "ladri esperti di lavori su commissione"

Furto del secolo al Louvre: catturati due della banda
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Li tenevano sotto controllo da "un po' di tempo" nella speranza di rintracciare i potenziali complici e i gioielli rubati. Dei preziosi non c'è traccia; dei complici neppure. Ma sabato sera intorno alle 22 un primo sospettato della rapina al Louvre è stato fermato mentre stava per imbarcarsi su un volo diretto in Algeria dall'aeroporto parigino Charles de Gaulle; un altro, arrestato dalla polizia nell'area di Seine-Saint-Denis, a sua volta pronto a lasciare l'Ue presumibilmente diretto in Mali, a quanto filtra dall'indagine. Determinante il lavoro della Scientifica.

Già noti alle autorità per furti con scasso, secondo Le Parisien i due presentano "i profili di ladri esperti che potrebbero aver agito su commissione". Un'altra fonte li descrive a Le Monde come autori di precedenti "colpi sofisticati". Si ritiene che abbiano circa trent'anni. Tutte informazioni che da ieri mattina hanno iniziato a rimbalzare sulle tv d'Oltralpe, facendo infuriare la procuratrice di Parigi, che dopo la notizia degli arresti ha stigmatizzato il mancato "riguardo per l'inchiesta", esprimendo rammarico per la rivelazione dei due fermi che a suo dire "può soltanto nuocere agli sforzi investigativi di un centinaio di inquirenti mobilitati sia nella ricerca dei gioielli rubati sia dei malfattori".

Il commando era formato da quattro uomini. "È troppo presto per fornire qualsiasi particolare", ha scritto in un comunicato Laure Beccuau. Ma nonostante l'alert della procuratrice, per tutta giornata di ieri si aggiungevano dettagli provenienti dall'inchiesta. I due, agli arresti, sarebbero originari della regione di Parigi, l'Île de France. Sono in stato di fermo, che può durare 96 ore, e cioè fino a mercoledì sera. Ma non è ancora stabilito quale sia stato l'effettivo ruolo dei due, nel "colpo del secolo" realizzato il 19 ottobre, e rimangono presunti innocenti. Si sa che sono quasi certamente veterani delle rapine. Si studia soprattutto il montacarichi con cui la banda è entrata e uscita dal Louvre in circa 7 minuti, con 8 gioielli su 9 della collezione napoleonica. Valore stimato, 88 milioni di euro.

La procuratrice ha infine spiegato che sono sono stati raccolti più di "150 campioni di Dna e tracce papillari" sulla scena. Sono in fase di analisi un casco, una fiamma ossidrica, un walkie-talkie, un gilet giallo e due smerigliatrici angolari. Alcuni trovati imbevuti di benzina, come pure il montacarichi che i ladri non sono riusciti a dare alle fiamme. A far decollare l'inchiesta, dopo le polemiche sulle falle nei sistemi di sicurezza, alcuni filmati di videosorveglianza, intercettazioni telefoniche e analisi del Dna, "decisivo" per l'arresto dei due (attribuito a uno dei fermati).

Gli oggetti trovati sulla scena del furto sono stati esaminati a fondo dalle squadre forensi. Il ministro dell'Interno, Laurent Nuñez, ieri ha espresso "sentite congratulazioni agli investigatori che hanno lavorato instancabilmente come chiesto, sempre con la mia piena fiducia", aggiungendo che ora "le indagini devono proseguire nella dovuta riservatezza". Secondo Nuñez, "sembra che si tratti di criminalità organizzata, vedremo", dicendosi poi "preoccupato per i gioielli" di cui non c'è traccia a una settimana dalla rapina.

Fra le piste seguite, anche quella di una possibile complicità di un membro dell'équipe di sicurezza del museo; in servizio disarmata. L'ipotesi è stata avanzata dal quotidiano britannico Telegraph, citando "fonti vicine" al dossier.

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