Giuseppe De Lorenzo
Chissà se Franco Gabrielli si sarà pentito di aver detto quel che ha detto. Non capita infatti tutti i giorni di sentire il Capo della polizia polemizzare con un partito politico usando espressioni tipo «sfintere», «grazie, Graziell» e «calci nel sedere». Perché per quanto il prefetto abbia sottolineato che «con il senatore Salvini e l'onorevole Molteni ho avuto un ottimo rapporto», quelli utilizzati in un discorso di fronte ad alcuni sindacalisti sono tutt'altro che toni istituzionali. E non potevano non sollevare un polverone.
Il 24 febbraio Gabrielli va ospite al «IV seminario formativo per dirigenti sindacali» organizzato dal Coisp. All'hotel Massimo D'Azeglio di Roma, tra le altre cose, si parla pure della riorganizzazione dei presidi delle specialità della Polizia di Stato. È un tasto dolente, che ha già sollevato le critiche dei sindacati. Gabrielli spiega che la polizia è «un'amministrazione con una forte scoliosi» e che la sua «spina dorsale» deve essere «raddrizzata». Tradotto: per aggiustare la macchina amministrativa, qualche dolore va accettato. Tipo la chiusura di uffici ritenuti inutili.
Peccato che durante la campagna elettorale in Emilia Romagna, la soppressione delle strutture della Polstrada sia diventato anche terreno di scontro tra governo e opposizione. Il Carroccio è contrario, e del presidio di Casalecchio di Reno ha fatto una bandiera politica. Gabrielli non è della stessa idea: «Quel distaccamento - spiega - impiega 9 uomini e costa 105 mila euro di affitto e 15 mila di utenze», a fronte di appena 20 multe realizzate nell'ultimo anno. «In un Paese normale ci avrebbero già preso a calci nel sedere».
Nel suo intervento, ripreso da un cellulare e rivelato in esclusiva dal Giornale.it, il prefetto tocca vari argomenti. Parla della «truffa che l'amministrazione ha fatto, realizzando uffici nuovi per 11.200 unità mantenendo gli organici immodificati». Critica la decisione di «istituire la questura di Monza e Brianza» (inaugurata da Salvini) per poi affermare, come fa ora il Carroccio, che il vicino presidio della stradale di Seregno deve comunque rimanere in piedi. Infine cita espressamente Salvini e Molteni, con reprimende dai toni piuttosto coloriti. La Lega al governo non ha chiuso gli uffici? «Beh: grazie, Graziella», dice Gabrielli lasciando in sospeso il detto romano. E ancora: «Per non tagliarli avremmo avuto bisogno di più uomini», perché «i conti» li devi fare su quello e non solo dicendo «ah, gli uffici non si chiudono». «Non puoi dire le squadre nautiche non si toccano e poi non cambi la norma - lamenta infine il prefetto - Perché in quel momento ti comporti in un certo modo utilizzando lo sfintere di un altro».
Non è la prima volta che Gabrielli e Salvini si punzecchiano a distanza. Per quanto il segretario del Coisp Domenico Pianese - in una lettera al Giornale - giustifichi il «linguaggio informale» con la «cornice sindacale» ristretta in cui si è tenuta la riunione, l'attacco sembrava frontale. Nel pomeriggio infatti Molteni si dice «stupito» e Salvini «rammaricato» per i toni «sgradevoli e ben poco istituzionali», anche se il leader si mostra pronto ad accettare le scuse per chiudere la polemica.
Scuse che arriveranno in serata: «Il clamore suscitato da frasi rubate in un contesto privato - afferma Gabrielli - amareggiano per primo me perché mai ho voluto esprimere un giudizio sull'operato» dei due leghisti. «Mi scuso se tutto ciò può avere suscitato una comprensibile amarezza».
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