L'agenzia di stampa russa Ria Novosti - la stessa che dopo tre giorni dall'inizio dell'invasione aveva pubblicato per errore un commento in cui si salutava la nascita di una «nuova era»- ha pubblicato un editoriale dal titolo «Cosa deve fare la Russia dell'Ucraina» in cui si sottolinea che la «denazificazione consiste in una serie di misure dirette alla massa di popolazione nazificata che tecnicamente non può essere perseguita direttamente come criminale di guerra». La denazificazione dovrà durare almeno una generazione, 25 anni, si precisa. «Oltre le elite, una parte significativa della massa di persone, nazisti passivi, sono complici del nazismo. Hanno sostenuto le autorità naziste e le hanno assecondate», prosegue il lungo testo firmato da Timofei Sergeitsev. «Il nome Ucraina non sembra poter essere mantenuto come il titolo di qualsiasi formazione statale completamente denazificata sul territorio liberato dal regime nazista».
«La denazificazione è inevitabilmente anche una deucrainizzazione, respingere l'inflazione artificiale e su larga scala dell'elemento etnico di auto identificazione della popolazione dei territori storici della Malorossiya (la piccola Russia, storicamente una regione nel sud dell'Ucraina attuale, ndr) e Novorossiya (la nuova Russia conquistata da Mosca nel Settecento, ndr) iniziato dalle autorità sovietiche». «Diversamente dalla Georgia o i Baltici, l'Ucraina, come ha dimostrato la storia, non può funzionare come Stato nazionale. E tentativi di costruirne uno logicamente portano al nazismo».
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