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Genitori al Tar: "Bocciate nostra figlia"

La bimba promossa ma con problemi di apprendimento. I giudici: «Decide la scuola»

Genitori al Tar: "Bocciate nostra figlia"

Sembra il mondo alla rovescia: i genitori che chiedono la bocciatura della propria figlia, gli insegnanti che invece la promuovono. È una storia controcorrente quella che arriva dalle Marche: una vicenda che mette insieme il disagio di una coppia, preoccupata per il percorso educativo della bambina, e la complessità della società di oggi, liquida secondo molti sociologi, e della scuola, posta davanti ad alternative che solo pochi anni fa sarebbero parse inimmaginabili.

La realtà, orfana di una sintesi e talvolta di un punto di vista condiviso, viene letta in modo diverso e offre prese scivolosissime, fra imbarazzi e fragilità. Risultato: la pratica prende la via della carta bollata e atterra sui tavoli già ingolfati del Tar, dove già si affronta tutto lo scibile umano e mancava giusto questo tema. Per i magistrati amministrativi non ci sono dubbi: la scuola non è tenuta a seguire le indicazioni di mamma e papà, dunque la promozione è salva e la bambina l'anno prossimo frequenterà la seconda.

Premessa: la piccola segue con qualche fatica le lezioni, zoppica nell'apprendimento, viene aiutata da due specialiste: una terapista della neuropsicomotricità e una logopedista. «La bambina. - si legge nella sentenza - ha manifestato nel corso della prima elementare, difficoltà emotive, attentive, di apprendimento». Ecco dunque farsi avanti le due professioniste private con la proposta choc: bocciate la piccola, fatele ripetere la prima. Un passaggio difficile, drastico, condiviso con coraggio dalla famiglia. Ma i maestri la pensano diversamente e il Tar ricorda che la «discrezionalità» è un tratto fondamentale della scuola. Se i genitori o i parenti dei ragazzi si intromettono, superando una certa linea, la credibilità dell'istituzione svanisce. D'altra parte nel Piano didattico personalizzato, redatto qualche mese prima e studiato con attenzione dai magistrati, nessun accenno era stato fatto all'ipotesi estrema della bocciatura. Un punto decisivo, perché se in quel documento, importantissimo, fosse stata prospettata quest'altra soluzione, il Tar avrebbe probabilmente capovolto la propria valutazione. «Né può dirsi - aggiungono i giudici - che il giudizio di ammissione non sia stato motivato con riferimento al parziale raggiungimento degli obiettivi programmati (non quelli generali, bensì quelle individuali, specificamente individuati) e al legame costruito dalla minore con alcuni compagni e le insegnanti». Il bicchiere, mezzo vuoto per i genitori, è mezzo pieno per i docenti e il Tar dà loro ragione.

L'anno scolastico, il primo nella vita della piccola, pur in salita si chiude senza sorprese: la promozione è confermata.

Il Tar, in un confronto drammatico e doloroso fra le parti, si schiera dunque con la scuola. E mette al primo posto la libertà del corpo docente. Anche se siamo solo alla prima tappa di un cammino difficile. Sulle sabbie mobili della società contemporanea.

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