Genova, quartiere in rivolta per il pirata extracomunitario

Pensionato falciato alla fermata dell'autobus. Al volante un giovane ecuadoriano positivo ad alcol e droga. E la folla tenta di linciarlo

Matteo BasileGenova I testimoni che hanno assistito alla scena raccontano di un'auto lanciata a folle velocità che perde aderenza e travolge tutto. Cartelli stradali, bidoni dell'immondizia, panchine. E soprattutto una persona. Giuseppe Buttaro, 59 anni, sott'ufficiale della guardia di Finanza in pensione, stava aspettando l'autobus sul marciapiede quando è stato falciato e ucciso sul colpo dall'auto killer guidata da un ecuadoriano di 35 anni. Ubriaco fradicio alle 11 del mattino e risultato positivo al test sulle droghe. Aveva assunto cocaina marjuana e il tasso alcolemico nel suo sangue era spaventosamente alto: 1,90, contro un massimo consentito per legge di 0,50. Una vita spezzata, una famiglia distrutta dal dolore ed una rabbia che da Certosa, quartiere della periferia genovese dove è avvenuto il fatto, esplode e rimbalza al resto d'Italia. Nel mirino i sudamericani che popolano Genova in gran numero, dediti all'alcol e alle «fieste» senza controllo soprattutto nei fine settimana. E tutti quegli immigrati che se ne infischiano delle regole di civile convivenza sbandierate ai quattro venti dai campioni dell'accoglienza. Ma anche l'assenza dell'amministrazione comunale e la cronica carenza di controlli e sicurezza, specie nelle sempre più dimenticate periferie della nostre città. E il quartiere di Certosa si è compattato formando un comitato spontaneo ed è sceso subito in piazza per protestare contro le istituzioni genovesi chiedendo a gran voce sicurezza, controlli e un incontro con il sindaco Doria, che è stato duramente contestato. La rabbia di un quartiere e la disperazione di Sara, la figlia dell'uomo ucciso, ha usato parole durissime. «Se dovesse capitare, come spesso purtroppo accade, e quell'uomo dovesse uscire, lo uccido. Fino a quando avrò fiato e forza mi batterò per far sì che quell'assassino non esca più di galera», ha scritto la ragazza su Facebook. Netta anche la reazione della politica. Il governatore della Liguria Giovanni Toti ha detto «Basta con l'illegalità! Più sicurezza sulle strade, più controlli, più militari. Vogliamo una Genova più sicura». Il leader della Lega Matteo Salvini ha scritto via social «Ma quante belle risorse Espulsioni di massa ci vogliono, altro che palle». Sulla dinamica della tragedia non sembrano esserci dubbi. Buttaro stava aspettando l'autobus sul marciapiede per andare a casa della figlia per il pranzo della domenica quando l'auto guidata dall'equadoriano, Jorge Wilson Cevallos Valverde, operaio di 35 anni, lo travolge uccidendolo sul colpo. Sul marciapiede c'erano altre due persone che miracolosamente sono riuscite a schivarsi in tempo evitando l'impatto. In auto con l'uomo, drogato e ubriaco dopo una notte di bagordi, c'erano anche quattro amici che subito dopo l'impatto sono fuggiti per evitare guai. La polizia è sulle loro tracce. Rischiano un'accusa di favoreggiamento e omissione di soccorso. L'autista invece, dopo un lungo interrogatorio, è stato subito arrestato. Oggi si terrà l'udienza di convalida del fermo. L'accusa nei suoi confronti è di omicidio colposo e guida in stato di alterazione. «Non volevo, non volevo fare una cosa del genere chiedo scusa a tutti», ha detto in lacrime prima di essere condotto in carcere. Tecnicamente rischia una condanna da 3 a 7 anni ma i precedenti non fanno ben sperare.

Un caso, emblematico, tra i tanti: il bulgaro Krasimir Dimitrov che ubriaco al volante della sua auto investì a Ravenna il piccolo Gionata, 3 anni, davanti agli occhi del genitori, fu condannato soltanto a 2 anni e 9 mesi. E adesso è già in libertà.

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