Roma - Il Pil torna a crescere come nel 2010. Prima dei governi tecnici e prima che la crisi mondiale si facesse sentire sull'economia reale italiana. Ieri l'Istat ha reso noti i dati del Pil relativi al primo trimestre dell'anno. Attesissimi, come dimostra l'ottimismo di Matteo Renzi mercoledì sera a Porta a Porta. L'istituto di statistica ha rivisto al rialzo le precedenti previsioni. Il Pil è aumentato rispetto al quarto trimestre 2016 dello 0,4% contro lo 0,2% precedentemente stimato. Rispetto al primo trimestre dell'anno scorso, il Pil è cresciuto dell'1,2% contro lo 0,8% delle prime previsioni.
Una crescita tendenziale sopra il punto percentuale non si vedeva dal 2010. Per il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan è il segno che ci sono «buone speranze di uscita definitiva dalla fase negativa» dell'economia. Lo stesso premier Paolo Gentiloni, come aveva fatto per i dati di mercoledì sul lavoro, ha dedicato un tweet alla notizia: «L'Italia cresce più del previsto e l'impegno continua».
Dal punto di vista del governo è una buona notizia non solo perché - forse - l'economia si sta rimettendo in moto. Il dato di ieri è da mettere sotto i riflettori anche perché le previsioni contenute nel Def, il documento di economia e finanza, diventano meno irrealistiche.
La crescita acquisita è dello 0,9%. Quindi, se i prossimi trimestri non ci fossero variazioni, si attesterebbe poco sotto il punto percentuale. Ma a questo punto, ha rilevato lo stesso Istat, l'obiettivo di una crescita all'1,1 per cento per il 2017 prevista dal governo è a portata di mano. Tutti gli altri osservatori prevedono lo 0,9%, dalla Commissione europea all'Ocse. L'Fmi si è fermato allo 0,7%. A favorire la crescita sono stati i consumi interni cresciuti dello 0,5%, mentre gli investimenti sono ancora in calo. Tra i settori l'agricoltura ha contribuito per il 4,2%, bene anche i servizi in crescita dello 0,6%. Male l'industria, in calo dello 0,3%.
La crescita del Pil è subito entrata nello scontro politico. L'ex premier Matteo Renzi ha detto che i dati «non devono farci accontentare.
Avanti ancora, abbassando le tasse» e «non aumentando l'Iva come vuole qualcuno». Per il capogruppo Ap Maurizio Lupi i dati dimostrano che questo governo deve restare in sella fino a scadenza naturale, meglio evitare le elezioni.
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