Tace Jens Weidmann, nemico giurato di qualsivoglia manovra di allentamento monetario. E rispetta la consegna del silenzio anche il governo di Angela Merkel, per non violare l'indipendenza della Bce. Ma è l'intera Germania a insorgere contro le misure prese da Mario Draghi. Alta si leva la voce delle banche tedesche, con un «j'accuse» che punta dritto verso Mario Draghi. Colpevole senza attenuanti. Pericoloso. Di più: una rovina per l'eurozona. Dopo le Sparkassen che, sul piede di guerra da giorni, starebbero valutando addirittura di boicottare i depositi alla Bce per evitare i tassi negativi, arrivano dure come pietre le parole di Michael Kemmer, direttore generale della Bundesverband Deutscher Banken (Bdb), l'Abi tedesca: la decisione della Bce «di spalancare ancora di più le porte delle casse è totalmente inutile» e così «sta esagerando il rischio di deflazione». Proprio il contrario di ciò che il numero uno dell'Eurotower sostiene di voler contrastare attraverso tutte le misure prese ieri. La Bdb contesta fra l'altro l'adozione di tassi sempre più negativi sui depositi, il cui risultato è quello di «danneggiare la redditività delle banche e quindi la loro capacità a lungo termine di prestare». Le strategie adottate dall'ex governatore di Bankitalia stanno inoltre provocando anomalie sui mercati. In particolare su quelli obbligazionari, dove si sarebbero manifestate «tensioni e distorsioni sui prezzi. Come risultato delle politiche della Bce il mercato monetario della zona euro si è praticamente bloccato», ha osservato Kemmer che lamenta anche come le scelte di Francoforte «hanno rallentato le riforme economiche e la ristrutturazione dei bilanci bancari». E oggi, conclude l'associazione delle banche tedesche, «la Bce ha versato altro olio su tutti questi incendi».Fine delle ostilità? Macchè. Rincara la dose il presidente della Bga, la confederazione del Commercio estero e all'ingrosso, Anton Boerner: «Per il popolo tedesco è una catastrofe. I risparmiatori tedeschi vengono espropriati». A favore dei Paesi del Meridione d'Europa, perchè l'effetto del pacchetto è una «gigantesca redistribuzione dal nord verso il Sud». Dal punto di vista politico, aggiunge, sono misure che hanno «un potenziale esplosivo, e non aiutano a risolvere i problemi degli Stati indebitati». Ancor più pesante il giudizio del numero uno dell'istituto di ricerca Ifo, Hans-Werner Sinn, secondo il quale Draghi salva le banche zombie del Club Med. «Il fatto che la Bce decida ora di dare crediti di lunga scadenza alle banche a rischio fallimento del Sud Europa a un tasso negativo dello 0,4% dimostra ancora una volta che questa porti avanti una politica fiscale della redistribuzione per il salvataggio di banche zombie e Stati vicini al fallimento».
Per Sinn «questa non è politica monetaria, ed è sempre più difficile per la Bce venderla come tale». La Bce, ha concluso «coperta dalla Corte di Giustizia europea, si spinge a osare sempre di nuovo oltre i limiti il suo mandato».RPar- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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