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Il giallo dei droni su Putin. "Niente prove dell'attacco"

Il Cremlino insiste ma non mostra immagini né rottami. Gli analisti Usa: "Stratagemma per sabotare la pace"

Il giallo dei droni su Putin. "Niente prove dell'attacco"
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Qualsiasi dichiarazione, frase, parola o spiffero, tutto ciò che esce dal Cremlino deve essere pesato, misurato e filtrato. Di certo, mai preso per buono tout court. Ma se è vero che la menzogna sia il tratto distintivo della Russia, è vero anche che nel corso della guerra poche dichiarazioni possono essere attendibili a prescindere, da qualunque parte provengano, perché la propaganda la fa da padrona. E allora, in caso di dubbio, meglio rivolgersi a fonti quanto più possibile imparziali o credibili. E allora, se Mosca sostiene che la residenza di Valdai, a Novgorod, sia stata attaccata da 91 droni ucraini e Kiev smentisce categoricamente parlando di propaganda, analisti e testimoni diretti ci avvicinano di molto alla realtà dei fatti. Nessun radar ha rilevato la presenza di droni su Novgorod. Nessuna prova è stata mostrata né Mosca intende presentarla. Il tipo di attacco strategicamente è ambiguo e militarmente ha poco senso. Inoltre, il ministero della Difesa ha parlato di 47 droni, il ministro Lavrov invece di 91, E, infine, i residenti della zona di Valdai, in prossimità della reggia dello Zar, hanno dichiarato di non aver avuto nessun sentore di un attacco di tale portata e di non sentito nessun rumore, nessuna esplosione e nessun allarme. A conti fatti e prove alla mano, sembra proprio che "l'attacco in grado di far saltare i negoziati" in realtà non ci sia mai stato. Una "false flag" in gergo tecnico. In poche parole, una balla.

L'ennesima menzogna a uso e consumo di Mosca e di chi si abbevera alla sua propaganda. Perché come spiega il portavoce del Cremlino si tratta di "un attacco contro il presidente russo Vladimir Putin, ma anche contro Trump che mira a ostacolare gli sforzi del presidente per una risoluzione pacifica del conflitto ucraino". Ma sembra chiaro al più filorusso di casa nostra che il modo migliore per sabotare un negoziato che Mosca in realtà non vuole, sia proprio quello di propinare una falsa accusa alla controparte. "La Russia non ha ancora fornito alcuna prova plausibile alle sue accuse e non lo farà. Perché non ce n'è nessuna", ha tuonato il ministro degli Esteri ucraino Andrii Sybiha. "Gli alleati hanno tutti gli strumenti per verificare che si tratti di una menzogna", ha aggiunto Zelensky. Mosca, che è solita mostrare prove o presunte tali, guarda caso questa volta non lo fa. Peskov dice che "il Cremlino non fornirà prove poiché tutti i droni sono stati abbattuti", anche se nessun detrito è stato rinvenuto. E l'indipendente Istituto americano per lo studio della guerra afferma che "non ci sono elementi per corroborare l'affermazione di Mosca" e spiega che "il Cremlino potrebbe voler usare questo presunto attacco per giustificare il suo rifiuto di qualsiasi proposta di pace".

E magari provare a nascondere sotto la sabbia intenzioni, tutt'altro che pacifiche, e numeri allarmanti. Secondo la BBC infatti negli ultimi 10 mesi le vittime russe del conflitto sarebbero aumentate notevolmente e si attesterebbero intorno ai 350mila.

Non a caso il ministero della Difesa russo ha firmato un ordine che introduce la coscrizione obbligatoria su base annuale per il servizio militare dal 2026. Non solo. Il Cremlino ha informato che I missili con Oreshnik con capacità nucleare sono stati schierati in Bielorussia. Eh già, è evidente chi voglia la pace e chi invece voglia sabotare qualsiasi negoziato.

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