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Giorgia e le lacrime da premier e mamma

Alle 10.11 giura nelle mani di Sergio Mattarella e cambia la storia. Alle 12.30 entra nella chiesa di Santa Maria Liberatrice, a Testaccio. Si mette in fondo, in piedi, in mezzo alla gente.

Giorgia e le lacrime da premier e mamma

Alle 10.11 giura nelle mani di Sergio Mattarella e cambia la storia. Esce dal Quirinale avvolta dal picchetto d'onore. Alle 12.30 entra nella chiesa di Santa Maria Liberatrice, a Testaccio. Si mette in fondo, in piedi, in mezzo alla gente. È già vestita di scuro per tutt'altro. Incrocia le braccia e scoppia a piangere. Era già piena di un sacco di cose quando è andata a quel funerale. Le ha rovesciate tutte lì. Davanti ai genitori disperati di Francesco Valdiserri, 18 anni, travolto da un'auto mentre camminava sul marciapiede. Quando la vita smette di aiutarti... Sarà venuto in mente Baudelaire anche a lei. A lei che «Sono Una Donna, Sono Una Madre, Sono Cristiana»: «L'unica scusa di Dio, è di non esistere».

Pochi attimi prima Giorgia Meloni ha reso la sua bambina irrimediabilmente orgogliosa. Ce l'ha avuta davanti tutto il tempo durante la cerimonia che l'ha «incoronata» prima e unica presidente del Consiglio donna d'Italia. Sua figlia era lì: annoiata, inconsapevole, vestita benissimo. Ma quando capirà a cosa ha assistito ieri, quando capirà cos'ha fatto sua madre... Un occhio ai ministri che si avvicendavano per la firma, un occhio ai soffitti e alla sacralità di quella Sala delle Feste che non usano per celebrare proprio chiunque in qualunque momento, e un occhio, sempre, a Ginevra, tenuta seduta e composta a fatica dal suo papà, Andrea Giambruno. Quando si è felici, è il momento di essere generosi. Anche per questo Giorgia si è tolta di dosso la sua giornata ed è andata al funerale di Francesco. Inaugurando alla perfezione un governo donna, un governo mamma.

È solo l'inizio, e anche l'inizio non è stato semplice, ma è un giorno epocale per la Meloni della Garbatella: piccolina, tenacissima, abbandonata dal padre e cresciuta in una famiglia al femminile. Giorgia è il sogno più audace di tutti i suoi avi. Una che non ha avuto solo l'ambizione di fare molta strada, ma di farla tutta. Lucida, costante e concreta. Tanto da capire, persino ieri, che la tragedia dei genitori di Francesco valeva più del suo trionfo. Tanto da capire di uscire dal Quirinale presidente del Consiglio e di andare a Testaccio, sistemarsi in fondo alla navata in mezzo agli altri, incrociare le braccia e piangere. Mettendoci dentro, questo glielo concediamo, tutto quello che alle 12.

30 di ieri la premier Giorgia aveva addosso.

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