Roma Certo, proprio rassicuranti non sono le parole del prefetto Franco Gabrielli. A sentirlo, chi ha sfidato la paura del dopo-Parigi e domani sarà a Roma per il Giubileo, quasi quasi ci ripensa e resta a casa. I rischi ci sono e questo purtroppo, dopo quello che è accaduto in Francia e con le minacce dell'Isis che impazzano sul web, lo sanno tutti. Ma sentirsi dire che non è possibile dare la garanzia del risultato ma solo quella dell'impegno, sapere che in caso di attacco terroristico sarà lui, il prefetto, a dare l'ordine di evacuazione e che sono pronti 300 posti letto negli ospedali della capitale, fa effetto anche ai più fatalisti.Gabrielli sceglie la trasmissione di Lucia Annunciata, In mezz'ora, su Rai3, per spiegare ai pellegrini cosa è stato fatto per garantire la loro sicurezza. «Ci siamo preparati - garantisce - i compiti a casa li abbiamo fatti, ma la differenza la fa sempre il campo». Ed è difficile fare previsioni su quello che succederà in un momento così delicato in cui la minaccia terroristica è «globale, indiscriminata e soprattutto indistinta», dice Gabrielli, perché questo è un «Giubileo universale che aprirà Porte Sante il tutto il mondo». Gli obiettivi, cioè, non sono soltanto nella capitale. Ma domani con l'apertura dell'Anno Santo della Misericordia gli occhi del mondo saranno puntati su Roma. Un appuntamento top dal punto di vista della sicurezza - considerato di livello 4, il massimo della scala definita - che coincide con la festività dell'Immacolata e dunque con il tradizionale omaggio del Papa alla statua della Madonna in piazza Mignanelli. Due eventi ai quali parteciperanno, si stima, dalle 50mila alle 100mila persone. Nella pianificazione del lungo appuntamento giubilare, spiega il prefetto, sono stati ipotizzati 20 tipi di evento come problematicità, con una presenza di persone variabile da 30mila a 300mila. E il piano di allerta, che prevede l'impiego di 2.250 militari operativi ai quali si aggiungeranno il migliaio delle forze dell'ordine normalmente impegnate a Roma, resterà lo stesso fino al novembre 2016. «I soldi ci sono», assicura. Gabrielli ricorda che lo stesso ministro dell'Interno Angelino Alfano non ha mai sottaciuto il rischio: «Ha detto sempre che non esiste il rischio zero. Ci sono state 50 persone espulse, ci sono inchieste in corso e c'è un'attività di contrasto, quanto sarà efficace lo vedremo». Nel frattempo tutto è pronto per fronteggiare ogni emergenza, anche quella sanitaria («L'unico settore su cui non ci sono stati ritardi nei lavori»). «Ci sono 12 pronto soccorso operativi per l'8 dicembre - dice Gabrielli - e una disponibilità certa di almeno 300 posti letto per situazioni di crisi. Se necessario, se l'emergenza sarà tale, si è pronti a sfruttare le strutture militari per far fronte a esigenze di ordine sanitario».Sono state fatte esercitazioni, anche con l'utilizzo di forze speciali e le misure interdittive adottate nei giorni scorsi, come il divieto di sorvolo della città e lo stop al trasporto di armi e combustibile, sono state già applicate in occasioni di altri grandi eventi. E questo dovrebbe confortare i cittadini.
In caso di attentato è tutto nelle mani del prefetto: «A me spettano le decisioni di difesa civile antiterrorismo e di protezione civile. Nel momento in cui ci fosse una situazione di particolare pericolosità tutto viene assunto nelle mani del ministro dell'Interno».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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