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Giudici e islamici hanno rovinato Magdi "Mi vogliono muto"

La sua battaglia gli è valsa un mare di denunce dai musulmani. E sentenze sempre punitive. Condannato a pagare oltre 70mila euro di danni

Giudici e islamici hanno rovinato Magdi "Mi vogliono muto"

La guerra santa islamica si fa anche tramite i tribunali, parola di Magdi Cristiano Allam. Lui la chiama «Jihad by Court», come dicono negli Stati Uniti. In questi giorni ha subito l'ennesima condanna per diffamazione nella trasmissione tv «Porta a porta» del presidente dell'Ucoi (Unione comunità islamiche d'Italia) Ezzedin Elzir e, pur essendo in primo grado, dovrà subito pagare ben 18 mila euro. Negli ultimi anni ne ha sborsati circa 70 mila per cause civili tutte di questo tipo, molti di più complessivamente da quando, 15 anni fa, è entrato nel mirino dei musulmani che attaccava duramente, attirandosi anche una condanna a morte di Hamas. «Sono vittima della persecuzione giudiziaria - dice - da parte degli estremisti islamici taglia-lingue, coloro che ti condannano se dici, scrivi o fai qualcosa che urta la loro suscettibilità, che si scontra con la loro strategia di islamizzazione subdola, strisciante e inarrestabile dell'Italia e dell'Europa».

Allam, giornalista e scrittore egiziano naturalizzato italiano, già inviato de La Reubblica , vicedirettore del Corriere della Sera, parlamentare europeo con l'Udc e ora editorialista de Il Giornale, ha abbandonato la fede musulmana dopo 56 anni per convertirsi nel 2008 al cattolicesimo, pur criticando poi aspramente la Chiesa per la sua «legittimazione dell'Islam come vera religione».

Da quando ha iniziato la sua «crociata» si è attirato pesanti minacce e un mare di denunce. «Prima - spiega - erano penali, ora solo civili. Per loro sono un nemico da eliminare in quanto apostata e traditore. L'arma prediletta è il denaro: ti denunciano per farti pagare più possibile fino a costringerti alla resa, mettendoti con le spalle al muro. Investono un fiume di denaro per zittirmi. Mobilitano avvocati nostrani che spulciano ogni minima sfumatura dei miei interventi pubblici, andando a ritroso nel tempo fino a quando non subentra la prescrizione». L'ultima causa persa ne ricalca tante altre, perchè Allam sostiene che l'Ucoii rappresenta in Italia i Fratelli Musulmani, come fa Hamas nei territori palestinesi. É per aver detto questo in tv, che è stato condannato ancora una volta. «L'ho fatto in modo argomentato - afferma -, riferendomi a posizioni assunte dall'Unione, comunicati stampa a favore di Hamas e contro Israele. Nessuna diffamazione, ma è stata interpretata come calunnia personale del presidente, lesione della sua onorabilità. Purtroppo in Italia certi magistrati anche di fronte a documenti che attestano la correlazione con i Fratelli musulmani condannano, mentre altri considerano le affermazioni libera espressione del pensiero».

Il fatto è che una volta, anche per lo stipendio di parlamentare, Allam riusciva a far fronte ai risarcimenti di decine di migliaia di euro per cause perse a volte in contumacia, ma ora i tempi sono cambiati e ha molte difficoltà in più. Così, ha fondato l'Associazione «Amici di Magdi Cristiano Allam», chiedendo aiuto finanziario non solo per lui ma per altri nelle stesse condizioni, che subiscono ciò che chiama il «ricatto del denaro». «Sono stato il primo giornalista in Italia - ricorda- a subire una denuncia dell'avvocato degli islamici e un procedimento disciplinare per islamofobia dall'Ordine nazionale dei giornalisti.

Vorrebbero impormi il bavaglio, ma non ho intenzione di tacere».

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