"Da giugno pistole elettriche alla polizia"

L'annuncio di Salvini: «Consegneremo i taser». Pene doppie per gli spacciatori

"Da giugno pistole elettriche alla polizia"

Roma Il tragico agguato di Foggia fa tornare in primo piano la questione sicurezza. Da giugno le forze dell'ordine avranno un'arma in più per fare meglio il loro lavoro: il taser, la pistola elettrica già utilizzata in 107 Paesi del mondo e in Italia in fase di sperimentazione da settembre presso alcuni equipaggi di polizia, carabinieri e finanzieri di 13 città.

Matteo Salvini, indossando questa volta i panni di ministro dell'Interno, lo ha annunciato ieri alla convention della Lega nel Lazio. Ma il taser non è l'unica novità sfoderata dal vicepremier per garantire maggiore sicurezza alle nostre città. Salvini vuole dichiarare guerra agli spacciatori, innalzando le pene e diminuendo la quantità di droga trovata in loro possesso per farli sbattere in galera. È in sintesi il disegno di legge già presentato dalla Lega in Senato che, oltre a raddoppiare le pene per chi vende droga, mira ad eliminare il concetto di modica quantità. Il titolare del Viminale rispolvera la sua «ricetta» per restituire fiducia e tranquillità ai cittadini. Perché le cronache non debbano più raccontare tragedie come quella del carabiniere ucciso mentre stava facendo il suo dovere. Dopo la proroga alla sperimentazione firmata a marzo dal ministro, a giugno l'uso della pistola ad impulsi elettrici diventerà definitivo. Il Viminale la ritiene uno strumento efficace, come dimostrato anche ieri a Genova dove è stata utilizzata per bloccare un tunisino che stava cercando di scappare per evitare l'espulsione. Positivi anche i dati della sperimentazione del taser in Italia: utilizzato 48 volte senza conseguenze, nella maggior parte dei casi è stato sufficiente minacciarne l'utilizzo. Molti però la ritengono un'arma rischiosa, dagli effetti non del tutto prevedibili. In particolare per chi soffre di disturbi cardiaci o è in stato di alterazione. L'Onu ha addirittura classificato il taser tra gli «strumenti di tortura», Amnesty International invece ritiene che prima di metterlo a disposizione della polizia debba essere effettuato uno studio sui rischi per la salute.

A Foggia, intanto, continua l'azione di contrasto alla criminalità. Negli ultimi mesi, fa sapere il Viminale, sono stati intensificati presidi di polizia e controlli del territorio, come drammaticamente confermato dalla tragedia del maresciallo Di Gennaro, ucciso da un pregiudicato che aveva subito due accertamenti nel giro di pochi giorni.

Il foggiano è stato diviso in cinque macro aree che corrispondono alle zone di influenza delle principali organizzazioni criminali. Sono stati rinforzati pattugliamenti e reparti investigativi. Purtroppo uno sforzo vano nel caso del carabiniere ucciso.

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