Scienze e Tecnologia

Google down in tutto il mondo per un'ora: gli studenti saltano le lezioni a distanza

E gli Usa subiscono un grosso attacco hacker e puntano il dito sulla Russia

Google down in tutto il mondo per un'ora:  gli studenti saltano le lezioni a distanza

«Qualcosa è andato storto», avverte YouTube, «Spiacenti...» si legge su Gmail. Storto? Forse per milioni di persone, ma non per gli studenti costretti a seguire le lezioni in didattica a distanza, che ieri hanno saltato interrogazioni e verifiche.

Sono gli unici ad aver esultato quando i servizi di Google si sono bloccati in numerose nazioni, tra cui Italia, Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia. Il buco nero è iniziato alle 11.55 ora di Greenwich, le 12.56 in Italia, ed è terminato alle 13:52. La homepage del motore di ricerca e alcune funzioni erano disponibili ma YouTube, Gmail, Google Docs, Drive, Google Calendar, Google Home, Nest, Classroom e Meet e praticamente ogni altro servizio del colosso di Mountain View per quasi un'ora hanno smesso di funzionare. Quando è saltata la dad gli studenti si sono riversati su Twitter per «festeggiare» la vacanza improvvisa, con l'unica amarezza che molti già si erano fatti cinque ore di lezione. Il problema ha creato invece notevoli disagi a quanti lavorano in smart working. Il gruppo ha poi spiegato che all'origine del guasto c'era un problema al sistema di autenticazione che successivamente è stato risolto. Problemi di questo genere sono frequenti per siti o provider di servizi. A novembre le attività cloud di Amazon erano rimaste ko per oltre un'ora.

Ieri, invece, negli Usa si è registrato uno dei più vasti attacchi hacker degli ultimi cinque anni e ha colpito alcuni rami dell'amministrazione, tra cui i dipartimenti del Tesoro e del Commercio e l'Fbi. I pirati informatici, che la Casa Bianca ritiene legati al Cremlino, hanno rubato informazioni dalla posta elettronica delle agenzie federali attraverso una falla nella piattaforma Orion di SolarWinds, utilizzata per la gestione e il monitoraggio delle reti da circa 275 mila organizzazioni in tutto il mondo, tra le quali quasi tutte le aziende incluse nella lista di Fortune delle 500 maggiori società globali. Il dipartimento della Homeland Security ha ordinato a tutte le agenzie federali degli Stati Uniti di disconnettersi da Orion e, secondo il Financial Times, anche il governo britannico sta cercando di capire se è stato colpito.

Le autorità Usa stanno valutando l'estensione dell'intrusione, che ha avuto tra le sue vittime anche FireEye, un'importante società di cybersecurity che ha tra i suoi clienti proprio il governo Usa. FireEye ha riferito che l'attacco potrebbe essere iniziato già a primavera e ha già riscontrato «numerose» altre vittime, incluse «entità governative, tecnologiche, estrattive» e società di consulenza e telecomunicazioni in «Nord America, Europa, Asia e Medio Oriente».

Il Cremlino ha però respinto ogni accusa. Il portavoce della presidenza russa, Dmitry Peskov, ha affermato che «non c'è alcuna necessità di addossare la responsabilità di tutto ai russi in maniera infondata se gli Usa subiscono da vari mesi attacchi contro i quali non riescono a far nulla».

E ha ricordato come Washington abbia respinto l'offerta del presidente Putin di un accordo di cooperazione nella sicurezza informatica tra le due superpotenze.

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