
Il mistero fitto è come, malgrado da trent'anni a questa parte si faccia i fatti di tutti e si insinui nella vita della gente svelandone ogni aspetto, nessuno lo odi. Vanta al massimo antipatie passeggere, sbotti d'ira sempre rientrati, nessun virtuale cazzotto sul muso cartaceo. Anzi, apparire sul settimanale Mondadori Chi continua ad essere un vanto e un approdo. Fin dalla sua prima copertina partorita dal sorriso inflessibile e dalla voce fiabesca in contrasto con la volontà granitica di Silvana Giacobini che lo portò in edicola per la prima volta il 3 marzo 1995.
Era la continuazione del settimanale Noi (che ancora continua a capeggiare nella testata Noi di Chi) e che da allora ha avuto solo altri tre direttori considerando anche il passaggio di Umberto Brindani per un anno nel 2005: poi Alfonso Signorini (ora direttore editoriale) e, dal 2023, Massimo Borgnis già vicedirettore dal 2009 che oggi dice "sono subentrato a dei mostri sacri". Ed è proprio a Borgnis che chiediamo passato e futuro di una rivista che ha trovato il modo di continuare a imporsi nel panorama editoriale malgrado i cambiamenti e che ieri sera, al Teatro Manzoni di Milano ha celebrato i suoi trent'anni di attività.
Direttore, avete svelato per primi corna, scandali, fallimenti. Oltre che foto di nozze, nascite, nuovi amori... Come fate a non farvi detestare dai vostri involontari assistiti?
"Il nostro è un gossip non violento. Abbiamo sempre e solo svelato cose in procinto di essere svelate ma con il maggior garbo possibile. Ricordando sempre che dietro la notizia ci sono donne, uomini, famiglie. Per questo, pur avendo raccontato tante cose, ne abbiamo taciute altrettante, pensando alle conseguenze e alla portata del danno che avrebbero potuto arrecare. Per questo, chi si è magari arrabbiato ha poi sempre anche fatto pace con noi".
È un vanto per i personaggi apparire su Chi?
"Amano il garbo con il quale li raccontiamo, le belle foto, l'impaginazione curata, l'impronta moderna del settimanale".
A proposito di modernità, il gossip è eterno ma i mezzi per raccontarlo cambiano. Voi come fate?
"È uno dei miei orgogli perché è dal 2017 che lavoro a un sistema integrato, rotondo sulla stessa notizia: sui social per la velocità, sul sito per più dettagli, sul cartaceo per la storia vera e propria e i retroscena. Abbiamo cambiato il modo di raccontare, perché sono cambiati i tempi della notizia e il modo di fruirne. I nostri social sono molto forti, abbiamo circa 900mila followers su Instagram e ad agosto abbiamo raggiunto 160 milioni di visualizzazioni".
E per cosa le avete ottenute?
"Per una serie di scoop estivi. I tempi sono tutto, oggi se un vip si rende conto di essere seguito dai paparazzi si butta sui social da solo".
Sono cambiati molto anche i personaggi d'interesse.
"Un tempo erano attori e jet set, dal 2000 hanno preso piede personaggi tv e imprenditori che hanno iniziato a comparire sulle copertine. Ora si sono aggiunti i personaggi della musica e gli sportivi".
Gli scoop più importanti?
"Beh quello che realizzò Signorini su Luciano Pavarotti con Nicoletta Mantovani, vendette un milione di copie, poi George Clooney ed Elisabetta Canalis nel 2009, il topless di Kate Middleton nel 2012 e la separazione di Franceco Totti e Ilary Blasi nel 2021...".
Lo scoop che non avreste mai voluto fare?
"Quelli che non volevamo fare non li abbiamo fatti per le ragioni che le dicevo prima, perché ci chiediamo sempre quale potrebbe essere l'entità del danno rispetto alla notizia".
E le cose più strane che siete stati costretti a fare per portare a casa una notizia?
"Beh tra appostamenti notturni e altro, i nostri giornalisti e fotografi potrebbero riempire pagine. Diciamo che per avere l'esclusiva abbiamo tollerato anche richieste stravaganti. La nostra vita quotidiana è uno zig zag tra ostacoli e capricci".
Oggi cosa funziona di più?
"Il lieto fine, sembra strano ma è così. Nei momenti di benessere tutti amano spiare dal buco della serratura ma negli anni più incerti, tutti vogliono essere rassicurati da storie che finiscono bene".
"Chi" ha sempre fotografato anche la società e il suo mutare.
"Infatti negli anni ci siamo occupati anche di temi importanti, di battaglie civili, sempre in maniera leggera ma, crediamo, autorevole. La sensibilizzazione sulla piaga dell'Aids negli anni Novanta, dell'anoressia, le battaglie Lgbtq+, la copertina con i ragazzi che spalavano fango dopo l'alluvione del 2023 in Emilia Romagna, quella con Marco Bocci, Matteo Marzotto e Gigi Buffon in smoking e decolletè rosse con tacco contro la violenza sulle donne".
Insomma, ieri sera al Teatro Manzoni c'era di che festeggiare. Ci racconti la serata.
"Eravamo oltre 700, dress code: abito scuro. L'immancabile red carpet per amici, ospiti e personaggi che sono apparsi su Chi in questi anni.
Poi l'aperitivo e il talk sul palco con Signorini che conduceva e Silvana Giacobini ed io a intervenire sui vari ospiti. Una bellissima interpretazione di Matteo Bocelli, che è in copertina sul numero in edicola, e infine torta di compleanno e champagne. È stato emozionante. Come lo sono stati questi anni".