Madrid La notizia non è piaciuta ai catalani che, dopo la bocciatura del referendum per l'indipendenza, incassano un altro «no» dalla Corte Costituzionale. Ieri, il Supremo di Spagna ha, infatti, respinto la legge votata dal Parlamento di Barcellona che, assecondando la raccolta di 180 mila firme, aveva approvato una legge d'iniziativa popolare per proibire la corrida dal 2012 in Catalogna.
Otto giudici su undici hanno dichiarato che non è compito dei catalani porre un veto sulla tauromachia perché «è un atto contrario alle leggi dello Stato». Inoltre, dal 2012 la corrida è stata dichiarata da Madrid «patrimonio culturale di Spagna da tutelare».
«Ci metteremo subito al lavoro perché la sentenza non abbia alcun effetto pratico», il commento del portavoce della Generalitat, Neus Munté.
Gli ha fatto eco l'assessore al Territorio e Sostenibilità, Josep Rull: «Se il Tribunale ci impone la tradizione spagnola, il nostro Governo imporrà la sua competenza esclusiva nella difesa dei diritti degli animali». Una linea che piace ad Ada Colau, la sindaca di estrema sinistra di Barcellona che ha preferito trasformare in centri commerciali le ex arene in disuso della città.RPell
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