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Il governo "mutilato" approva la riforma del processo penale

In Cdm assenti i ministri di Iv. Nel vertice c'è l'accordo tra Pd e 5s sul lodo Conte. Ira renziana: "Sfiducia per Bonafede"

Il governo "mutilato" approva la riforma del processo penale

Dopo una giornata di attacchi incrociati all'interno della maggioranza, è arrivato il redde rationem in Consiglio dei Ministri. Dopo la rottura tra il premier e Renzi per l'assenza a palazzo Chigi dei ministri di Italia Viva, l'esecutivo ha tirato dritto trovando un accordo sul lodo Conte Bis. Una mossa che di fatto riaccende lo scontro sulla prescrizione. Proprio Renzi aveva fatto sapere di non voler dare il suo appoggio a un lodo Conte bis definendolo un "pasticcio": "Ci sono delle battaglie che vanno fatte anche quando non conviene e per questo noi stasera non andremo al Consiglio dei ministri, perchè il ministro Bonafede, quello che discetta degli innocenti che non vanno in carcere (così la pensa), ha detto che stasera ci sarà al voto il lodo Conte bis, che è un accordo, un pasticcio da azzeccagarbugli che non sta in piedi, che probabilmente non hanno neanche letto e che è un pasticcio che è incostituzionale almeno quanto la legge spazzacorrotti che ieri la Coste Costituzionale ha bocciato a Bonafede".

Parole durissime che però non hanno fermato i ministri Pd e 5S che hanno partecipato al Consiglio dei Ministri siglando l'accordo sulla soluzione proposta dal presidente del Consiglio. Contestualmente è arrivato il via libera alla riforma del processo penale. Insomma nell'esecutivo ormai è scontro aperto tra il premier e Renzi. Solo questo pomeriggio Conte ha puntato il dito contro il leader di Italia Viva accusandolo di portare avanti un'opposizione con "meleducazione". Scontro che poi è deflagrato con l'annuncio dell'assenza dei ministri renziani in Consiglio dei Ministri. Sulla Giustizia dunque si gioca la partita più rischiosa per la tenuta dell'esecutivo. Zingaretti si schiera con Conte e di fatto prova a blindare la poltrona del premier: "Condivido la forte preoccupazione e il richiamo alla serietà del presidente del consiglio. È una sua prerogativa reagire a fibrillazioni che a questo punto è giusto vengano prese sul serio. Bisogna chiedere maggiore collegialità". Poi è stato lo stesso premier ad attaccare i renziani per le critiche a Bonafede: "Non c'è nemmeno più la norma Bonafede - continua il premier - quindi lo si insulta per cosa? Lo si sfiducia per cosa? Perché da giovane trascorreva qualche nottata in discoteca a fare il dj? Io l'ho conosciuto per aver fatto un dottorato di ricerca all'università di Pisa". Attacchi e frecciatine queste che nascondo un conflitto di fuoco dietro le quinte dell'esecutivo. La battaglia tra i renziani e Conte potrebbe avere esiti imprevedibili. E dalle parti del centrodestra c'è chi sente già aria di voto. Sullo sfondo il Colle con Mattarella che osserva la situazione e che ha già avvisato i duellanti: dopo questo governo si va al voto. E i renziani sono già sulla buona strada. Subito dopo aver appreso dell'accordo in Cdm su processo e lodo Conte hanno rilanciato la sfiducia per Bonafede..

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