Il governo di nuovo in ritardo: decreto di aprile senza fondi

Slitta il via libera ai settanta miliardi di nuovo deficit "Ragioni tecniche". Ma sulle misure è ancora scontro

Il governo di nuovo in ritardo: decreto di aprile senza fondi

Nuovo rinvio per il decreto di aprile. In programma per la vigilia di Pasqua, era già stato spostato alla seconda metà di aprile. Ieri il governo ha deciso che al consiglio dei ministri di domani - se si farà - non ci sarà come in programma lo scostamento di bilancio. Cioè il maggiore deficit per finanziare il terzo decreto dedicato all'emergenza coronavirus. Lo scostamento di bilancio deve essere approvato dal governo e poi deve passare dal Parlamento. Un passaggio necessario quando cambiano i saldi della legge di Bilancio.

Il rinvio (per ragioni «tecniche», ufficialmente) ha un effetto non da poco, visto che il decreto di aprile è fatto interamente in deficit.

Lo scostamento sarà votato insieme al Def, forse già mercoledì. Poi sarà necessario il passaggio parlamentare. Infine sarà possibile varare l'attesissimo decreto di aprile.

Il sottosegretario all'Economia, Pierpaolo Baretta, si è detto fiducioso che il provvedimento possa essere approvato alla fine della prossima settimana. Obiettivo ambizioso, anche perché il provvedimento d'urgenza è al centro di tensioni di tipo tecnico, ma anche politico.

Il decreto di aprile vale 70 miliardi di euro, secondo le indiscrezioni dei giorni scorsi. Tutti in deficit. Il ministero dell'Economia guidato da Roberto Gualtieri (nella foto) è al lavoro per fare quadrare i conti.

Trenta miliardi dovrebbero servire a dare sostanza al provvedimento principale del decreto liquidità, cioè il prestito con garanzie statali al quale il governo ha attribuito una leva finanziaria da 400 miliardi, ma che allo stato non ha una dotazione finanziaria. Poi il rifinanziamento degli ammortizzatori sociali, dalla Cig alla Nasp e l'aumento del bonus per le partite Iva da 600 a 800 euro.

In arrivo anche altre proroghe. Possibile una moratoria delle sanzioni e degli interessi per chi non pagherà i tributi locali Imu e Tari. Si è parlato di uno slittamento dell'acconto Imu 2020 e della sugar e plastic tax.

Misure politicamente suscettibili e oggetto fino a ieri di un braccio di ferro dentro la maggioranza.

Tra le misure ancora oggetto di confronto nel governo i contributi a fondo perduto per le piccole e medie imprese. Poi la riduzione delle bollette di luce e gas saltata dal primo decreto di marzo, il Cura Italia. A questo si aggiunge il capitolo casa con la possibilità di un'estensione del bonus affitti anche alle locazioni commerciali.

Il presidente di Confedilizia, Giorgio Spaziani Testa, ha proposto di tassare i canoni di locazione degli immobili commerciali secondo un criterio di cassa, ovvero solo «quando entrano nella reale disponibilità dei proprietari».

Il conto finale rischia di superare anche la cifra monstre di 70 miliardi.

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