Coronavirus

Il governo prende tempo, l'ira delle discoteche. "Si balla ovunque, ma non nei locali. Riaprite"

Proteste in tutta Italia. Per la data si aspettano nuovi dati sulla variante

Il governo prende tempo, l'ira delle discoteche. "Si balla ovunque, ma non nei locali. Riaprite"

Ne è passato di tempo dal parare favorevole del Cts alla riapertura delle discoteche. Ma il via libera del governo, che si credeva una questione di giorni, non è ancora arrivato. Passata la data del 1° luglio, indicata da almeno metà maggio come termine ultimo, i fari sono puntati sul 10 luglio, che doveva essere la seconda possibilità.

Ma ora con la discesa dei contagi che rallenta e la variante Delta che corre tra i giovani e che in molti Paesi sta facendo impennare la curva del nuovi casi, le speranze di tornare a ballare almeno sotto le stelle e muniti di green pass, come è stato autorizzato dagli esperti, si affievoliscono sempre di più. Il governo prende tempo, aspetta ancora qualche giorno per valutare l'impatto della variante Delta, soprattutto alla luce di quanto sta accadendo in Paesi come la Spagna, dove si è registrato un boom di nuovi casi tra i ragazzi dopo feste e serate in discoteca, tanto che la Catalogna è stata costretta a richiudere i locali al chiuso e reintrodurre l'obbligo di presentare un test negativo o la prova della vaccinazione per partecipare agli eventi all'aperto con più di 500 persone.

In Italia sono 17 mesi che i locali da ballo sono chiusi. Era tutto pronto per ripartire e il procrastinarsi dell'attesa sta facendo montare il malcontento della categoria. Sopratutto perché fuori dalle discoteche capita sempre più spesso vedere i giovani che si scatenano senza alcun controllo, per non arrivare a episodi limite come il rave party dello scorso week-end in provincia di Pisa con 5mila partecipanti arrivati da ogni parte d'Europa. «Ormai si balla dappertutto, tranne nei locali nati per ballare. Si tratta si un'ipocrisia bella e buona alla quale il governo ha il dovere di porre fine immediatamente. Abbiamo bisogno di una data certa nella quale le discoteche potranno finalmente accogliere le persone, garantendo loro sicurezza e rispetto dei protocolli sanitari. Tutto il resto è abusivismo, senza regole né controlli», tuona il presidente nazionale Silb-Fipe, Maurizio Pasca. L'intero settore, per Pasca, è completamente dimenticato e destinato a sparire: «Ho scritto ai ministri per sensibilizzarli e chiedere che, in occasione del prossimo cdm sia messo all'ordine del giorno la riapertura delle discoteche».

L'agitazione del popolo della notte corre da nord a sud Italia. «Siamo pronti a manifestare e a scendere in piazza, a Roma, per ricordare che le discoteche esistono e possono riaprire in sicurezza. Lo slogan sarà: Liberi di ballare», spiega il proprietario della discoteca Divinae Follie Df Disco di Bisceglie (Bat), Roberto Maggialetti, uno fra i primi a candidare la sua struttura come sede per testare il protocollo (test poi mai effettuato). In Umbria i gestori dei locali sono arrivati davanti alla sede Rai di Perugia.

«La chiusura delle discoteche non è più tollerabile, pensiamo alla riapertura dei locali con green pass e capienza ridotta», dice Enzo Muscinelli, presidente di Silb Umbria Confcommercio.

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