Il governo si piega all'Europa Conti ipotecati pure nel 2018

Nessuno sconto, la «manovrina» resta di 3,4 miliardi Il commissario Moscovici: «In Italia lavorano bene»

Il governo si piega all'Europa Conti ipotecati pure nel 2018

Conto alla rovescia per il Def. Il premier Paolo Gentiloni ha confermato che il documento di economia e finanza sarà approvato al Consiglio dei ministri di martedì insieme al Pnr, il piano nazionale delle riforme. Poi seguirà la manovrina da 3,4 miliardi. Fatta quasi interamente da misure in entrata.

Il governo si appresta a confermare tutti gli impegni con l'Europa. E non solo per quanto riguarda la correzione dei conti del 2017. A farlo capire è stato il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici quando ieri ha detto che la Commissione e il governo italiano stanno lavorando «bene» sulla manovra correttiva per il 2017, ma anche sui conti del 2018, che formano «un insieme coerente».

Il programma di stabilità prevede, per tutti gli Stati, che si rendano noti i conti dell'anno in corso, ma anche le proiezioni per gli anni successivi. «E un insieme coerente sul quale bisogna decidere fondato sui risultati, sugli impegni per il presente e anche sulle prospettive per il futuro. Ma lavoriamo bene su questa globalità». Applicata all'Italia, questa formula significa che il governo europeo pretende impegni che vanno oltre la correzione di quest'anno e anche rispetto alle enunciazioni di principio contenute nel piano delle riforme che sarà approvato martedì. I patti valgono anche per la prossima legge di bilancio.

Non una buona notizia per il governo e, in particolare, per Matteo Renzi che, per il momento, mette a segno una vittoria parziale con il rinvio della riforma del catasto. Il capitolo casa del Pnr ieri è stato stralciato dalle bozze del Def e del Pnr, come chiedeva Confedilizia, che lo aveva bollato come «un ingiustificato attacco alla casa». Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan lo aveva indicato come uno dei cardini delle riforme di questo governo, seguendo le indicazioni contenute nelle raccomandazioni per l'Italia da parte della Commissione.

Nel Pnr ci saranno invece delle misure per l'inclusione nel mercato del lavoro (probabilmente una riedizione della decontribuzione) e per la lotta alla povertà. Poi le privatizzazioni. Su questo capitolo non è passata la linea Renzi e il governo si impegnerà con l'Europa a partire dal 2018.

Successivamente arriverà la manovra. In gran parte giocata sulle entrate. Lo split payment in versione allargata. Anche alle società partecipate dallo stato o dagli enti pubblici dovranno versare l'Iva direttamente all'erario e non al fornitore di beni o servizi. Una misura che nelle attese del governo può valere più di un miliardo su una manovra che vale 3,4 miliardi. Ieri è arrivato il via libera della Commissione europea. Non era scontato. Fare passare come lotta all'evasione una misura che si limita a cambiare le modalità di pagamento di un'imposta non era semplice. Anche perché di fatto vengono penalizzate ancora una volta le aziende che vendono alla pubblica amministrazione, alle quali sarà sottratta liquidità.

Sul fronte delle entrate restano altri 700/800 milioni di euro.

Ci sarà sicuramente il rincaro delle accise. Nella manovra ci saranno solo gli effetti finanziarie contabilizzati (300 milioni di euro), ma saranno decisi con una misura amministrativa, come anticipato dal Giornale, che penalizzerà i piccoli produttori.

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