Il governo studia pensioni più flessibili. Ma per gli esperti l'età del ritiro deve salire

Itinerari Previdenziali: "Il sistema può reggere altri 10 o 15 anni"

Il governo studia pensioni più flessibili. Ma per gli esperti l'età del ritiro deve salire

Il sistema pensionistico italiano regge, ma è un equilibrio a rischio che è possibile mantenere solo con «scelte oculate su anticipi ed età di pensionamento». Ma anche con un miglioramento della «politica industriale del Paese». Questo è quanto emerge dal decimo Rapporto di Itinerari previdenziali, presentato ieri alla Camera, che sembra un vero monito al governo che si appresta ad aprire il cantiere sulle pensioni. La ricerca evidenzia come nel 2021 l'Italia ha destinato a pensioni, sanità e assistenza 517,753 miliardi utilizzando per le prestazioni sociali oltre la metà della spesa pubblica (52,51%). La ripresa dell'occupazione ha permesso di riequilibrare a quota 1,42 (da 1,38 del 2020) il rapporto tra attivi e pensionati: oggi, infatti, di contano 22,9 milioni di occupati e 16,1 milioni di pensionati.

«A oggi il sistema è sostenibile e lo sarà anche tra 10-15 anni», osserva durante la sua presentazione Alberto Brambilla, presidente del Centro studi e ricerche di Itinerari Previdenziali. La data di demarcazione, nota Brambilla, arriverà intorno al 2035 o 2040, quando le ultime frange dei baby boomer nati dal Dopoguerra al 1970 andranno in pensione. Quest'ultimi sono tanti a livello numerico ed è fondamentale che si agisca affinchè, per allora, il sistema regga. «Perché si mantenga questo delicato equilibrio sarà però indispensabile intervenire in maniera stabile e duratura sul sistema». Brambilla, in questo senso, recapita alcuni messaggi al governo, deciso a superare la legge Fornero che pone l'età pensionabile a 67 anni. Per il presidente di Scenari Previdenziali è fondamentale che l'età effettiva di pensionamento si alzi. Oggi è tra le più basse d'Europa (circa 63 anni contro i 65 di media continentale) nonostante un'elevata aspettativa di vita. Un dato a cui hanno contribuito le uscite in deroga alla legge Fornero introdotte dal 2014 e culminate con Quota 100. Il report invita a mettere in pista misure per favorire la permanenza al lavoro delle persone più esperte e a lavorare sulla prevenzione, per una vecchiaia in buona salute. Infine, servono politiche attive del lavoro e un'intensificazione della formazione professionale.

Oggi il ministro del Lavoro, Marina Elvira Calderone, insieme al ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, parleranno di riforma con i sindacati. La Lega punta a quota 41 anni di contributi senza paletti d'età. Anche Cgil, Cisl e Uil vorrebbero lo stesso, a cui affiancare una flessibilità in uscita dai 62 anni senza penalizzazioni e una pensione di garanzia per i giovani. Difficile però che si possa arrivare a tutto questo.

Si parla di interventi meno costosi come una misura di flessibilità che penalizzi le uscite anticipate rispetto all'età di vecchiaia. È sul tappeto comunque la riduzione del limite di 2,8 volte la pensione minima per l'uscita anticipata rispetto all'età di vecchiaia (ora valida solo per tre anni di anticipo per chi è nel sistema contributivo).

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