Super Mario prova a mettere in piedi un fronte comune europeo sul fronte dei migranti. L'incontro di ieri a Barcellona del presidente del Consiglio, Mario Draghi, con il premier spagnolo, Pedro Sanchez, è il primo tassello di una «missione (quasi) impossibile» in vista del Consiglio d'Europa del 24-25 giugno, che su richiesta dell'Italia avrà al centro proprio la crisi immigratoria. Anche se ieri le Ong hanno segnato un punto a loro favore: il giudice civile di Ragusa ha tolto multa e confisca alla nave Eleonore della ong tedesca Mission Lifeline.
Intanto Palazzo Chigi conferma che i due capi di governo hanno affrontato «temi legati alla situazione economica europea, all'immigrazione e all'agenda multilaterale di Italia e Spagna». Madrid e Roma fanno «fronte comune alle porte del prossimo Consiglio Ue - spiegano fonti di palazzo Chigi - condividendo un appello urgente all'Europa per conseguire una risposta alle sfide dell'immigrazione, bilanciando i principi di umanità, solidarietà e responsabilità condivisa». In pratica si continuerà a puntare sui fallimentari ricollocamenti, ma non solo.
Il premier socialista spagnolo non ha avuto problemi a schierare l'esercito durante la recente «invasione» di migranti dal Marocco nell'enclave di Ceuta e Melilla. Draghi punta a capitanare un fronte europeo del cosiddetto Med 5 composto dai paesi maggiormente esposti agli sbarchi (Italia, Spagna, Grecia, Malta e Cipro). «La Grecia respinge regolarmente i migranti che arrivano dalla Turchia. E ha adottato un registro per le Ong con regole draconiane, pena la messa al bando. Lo dovremmo fare anche noi» sostiene una fonte del Giornale che lavora sulla crisi migratoria.
Il «fronte» di Draghi per avere successo dovrà contare su appoggi ben più pesanti al Consiglio d'Europa, ovvero su Francia e Germania. Non è un caso che il premier italiano volerà lunedì a Berlino per incontrare la cancelliera Angela Merkel. Anche se a tre mesi dal voto nazionale che aprirà la strada alla sua successione sarà dura ottenere qualcosa di concreto. L'appoggio del presidente francese, Emmanuel Macron, sarà altrettanto fondamentale.
Le bocche sono cucite, ma il piano italiano prevede un «nuovo accordo di parteneariato con la Libia» che coinvolga direttamente la Ue. Draghi vorrebbe una firma della Ue con Tripoli di un patto simile a quello siglato dal colonnello Gheddafi con Berlusconi nel 2008. La prima mossa di contenimento europea dovrebbe riguardare la frontiera meridionale libica, porta d'ingresso dei migranti e pure gli hub di partenza. La notizia è ancora riservata, ma Frontex, l'agenzia europea per il controllo dei confini, sta pianificando una spesa di 150 milioni di euro per un controllo a tappeto delle coste nord africane con aerei e droni.
Non solo: la tanto criticata Guardia costiera libica, che sta intercettando metà dei migranti (10mila dall'inizio dell'anno), riceverebbe non solo dall'Italia, ma dall'Ue più appoggio, compreso addestramento e aiuto finanziario.
Sul fronte del mare la Guardia di Finanza ha arrestato tre trafficanti, che hanno portato in Calabria con due barche a vela 84 migranti, sulla rotta del Mediterraneo orientale dalla Turchia. Gli scafisti avevano lanciato richieste di soccorso, ma i finanziari hanno scoperto che si trattava di «azioni di auto sabotaggio» per fare recuperare i migranti iracheni, siriani e afghani. Il veliero Nadir, inadatto ai soccorsi, della Ong tedesca Resqship di Amburgo ha intercettato un gruppo di migranti in acque maltesi, ma non riusciva a trasportarli tutti. La Valletta si è rifiutata di concedere qualsiasi aiuto e alla fine è intervenuta la Guardia costiera italiana.
Anche i tedeschi, di Mission Life sono stati graziati nelle ultime ore, dopo aver forzato il divieto di ingresso nelle acque italiane nel 2019 per sbarcare 101 migranti. Annullate la confisca della sua nave, Eleonore e la sanzione di 300mila euro. Così potranno tornare a fare i talebani dell'accoglienza.
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