Tre navi delle ong si stanno dirigendo verso la Libia. I talebani dell'accoglienza di Sea-eye, organizzazione non governativa tedesca, sono già nelle acque di ricerca e soccorso di Tripoli. E su Twitter propagandano la loro presenza chiedendo sostegno a prezzo stracciato: «Con 14 euro la (imbarcazione nda) Alan Kurdi può navigare per un miglio».
Nel frattempo l'unità Gregoretti, della Guardia costiera italiana, attaccata al molo Nato di Augusta potrebbe finalmente sbarcare i migranti ancora a bordo. La Germania ha comunicato alla Commissione europea che è disponibile ad accoglierli tutti. Ieri sono già stati fatti scendere una donna all'ottavo mese di gravidanza, suo marito e due figli piccoli. E poche ore dopo sono sbarcati 16 presunti minori, che hanno dichiarato di avere dai 15 ai 17 anni.
Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, aveva chiesto all'Unione europea di farsi carico dei migranti soccorsi al largo di Malta. Il Viminale ha negato lo sbarco per esercitare maggiore pressione sull'Europa. Il braccio di ferro è alimentato anche dai rapporti pessimi fra Salvini e il ministro dei Trasporti grillino, Danilo Toninelli, formalmente responsabile per la Guardia costiera.
Però lo stesso Viminale aveva concordato il recupero in mare della scorsa settimana. «Le autorità de La Valletta hanno soccorso un gommone con circa 100 migranti e richiesto nel contempo collaborazione all'Italia che ha inviato su indicazioni del Ministero dell'Interno due motovedette, della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza, che hanno assistito 141 naufraghi» spiega un comunicato ufficiale. Dopo aver fatto scendere a Lampedusa sei persone che avevano bisogno di cure mediche, gli altri 135 migranti sono stati imbarcati su nave Gregoretti con l'impegno che tutto si sarebbe risolto in un paio di giorni. Forse oggi si arriverà allo sblocco grazie alla disponibilità di Germania, Francia, Portogallo e Lussemburgo alla ridistribuzione.
Non è un caso che la nave delle ong più vicina alla Libia è l'Alan Kurdi dei talebani dell'accoglienza tedeschi dell'organizzazione non governativa Sea-eye. Le altre due in avvicinamento sono la Open arms, dell'omonima ong spagnola, salpata ieri mattina da Siracusa in direzione sud. L'ammiraglia delle ong è l'Ocean viking partita dai mari del Nord una settimana fa. Ieri ha fatto scalo a Marsiglia per rifornirsi e poi proseguirà verso la Libia. La nave di Msf e Sos Mediterranee ha ottenuto un finanziamento urgente di 100mila euro dal comune di Parigi per levare le ancore.
Sea-eye, che ieri pomeriggio era di fronte a Sabrata e Zwara, due hub di partenza dei migranti, pubblicizza sui social la sua presenza per attirare come una calamita i gommoni. «La solita nave di ong tedesca annuncia di essere tornata nelle acque libiche e batte cassa chiedendo donazioni on line (prezzo suggerito: 14 euro al miglio nautico). No comment... Buon viaggio, ma lontano dall'Italia» ha scritto su Facebook Salvini. Lo slogan è «salvare e donare miglia nautiche», ma c'è dell'altro. Barbara Held, la responsabile della missione, spiega in un video da bordo rilanciato su Twitter, che l'equipaggio «ha discusso su come reagire a un attacco della cosiddetta Guardia costiera libica». In realtà le unita di Tripoli sono praticamente ferme.
Non c'è più spazio nei centri di detenzione e la Marina sta protestando con il ministero dell'Interno responsabile della presa in carico dei migranti a terra.Held, a nome di Sea-eye, ammette che nei giorni scorsi «c'erano tanti gommoni sulla via (del mare nda), ma nessuna nave delle ong. Abbiamo perso molto». L'annuncio perfetto per fare partire i migranti.
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