Politica

Il grido degli azzurri venticinque anni dopo "Siamo l'Italia del sì"

Il partito nelle piazze del Paese rilancia le battaglie storiche: «Meno tasse, più crescita»

Il grido degli azzurri venticinque anni dopo "Siamo  l'Italia del sì"

«Meno tasse e più sviluppo. Siamo l'Italia del sì». Venticinque anni dopo la nascita di Forza Italia i colonnelli del partito sono scesi in tante piazze italiane ieri con i gilet azzurri e le stesse parole d'ordine del 26 gennaio 1994. Silvio Berlusconi allora lanciò la battaglia contro la sinistra «comunista, statalista e giustizialista». Oggi - come è scritto sui volantini distribuiti ai gazebo da piazza Cola di Rienzo a Roma a piazza della Costituzione a Cagliari - Fi chiama «a raccolta la parte migliore del Paese» contro «l'ideologia grillina che sta bloccando le grandi opere mettendo a rischio oltre 400mila posti di lavoro e lo sviluppo del Paese». In campo «per difendere la libertà». La manifestazione clou è in piazza San Babila a Milano, dove alle sei di sera del 18 novembre 2007 Berlusconi salì sul predellino per annunciare la nascita del Pdl. «Per noi è una giornata molto importante - festeggia la presidente dei deputati Mariastella Gelmini - Venticinque anni di attività politica, una Forza Italia che si conferma dalla parte dei cittadini e dell'Italia che non vuole la decrescita infelice ma vuol guardare al futuro con ottimismo e offre una ricetta liberale: meno tasse, meno spesa pubblica improduttiva, meno assistenzialismo e pensioni più alte. Siamo qui per sostenere Berlusconi, Fi e una battaglia che per noi non è ancora vinta ma che vogliamo combattere fino in fondo contro una manovra fallimentare. Non riduce le spese ma riduce il costo del lavoro e blocca le grandi opere. Con la ricetta Di Maio l'Italia va a sbattere e non vogliamo che questo accada. Ecco perché siamo qui».

In piazza San Babila si sono concentrati i senatori e deputati eletti in Lombardia, da Paolo Romani a Giusy Versace, Federica Zanella, Michela Vittoria Brambilla, Matteo Perego di Cremnago, l'eurodeputata Lara Comi oltre a tanti consiglieri e dirigenti locali del partito. Le bandiere di Fi si mischiano a quelle del partito Pensionati. Sui gilet azzurri gli slogan (anche) della campagna per le prossime amministrative ed Europee: «Giù le mani dalle pensioni», «Sì Tav», «Meno tasse più lavoro».

Venticinque anni dopo ci sono in piazza le new entry. In piazza San Babila il deputato Matteo Dell'Osso, malato di Sla, che lo scorso dicembre è passato dal Movimento 5 Stelle a Fi perché si è sentito «usato e tradito» dai grillini indossa la pettorina «Giù le mani dal no profit». Matteo Perego, classe 1982, neo deputato e già vicecoordinatore in Lombardia, fa presente che «25 anni dopo la filosofia del partito è rimasta sempre la stessa: libertà, crescita, sviluppo e più investimenti. I problemi della società sono gli stessi di allora perché c'è un governo peggiore delle peggiori sinistre pauperiste, non sa dare ricette concrete al Paese e vive della propaganda falsa che mistifica la realtà». Si commuove invece la deputata e azzurra della primissima ora Valentina Aprea ricordando quel 26 gennaio del 1994 «quando Berlusconi comunicò al Paese la sua discesa in campo. Io ero a Roma con lui e sono sempre più convinta dell'importanza di avere un partito come Fi. Abbiamo già fatto un lungo cammino e proposto al Paese politiche di sviluppo che forse erano troppo avanti e non sono state comprese. Ma noi che abbiamo visto cosa è successo in questi anni e la situazione in cui si trova adesso l'Italia ribadiamo che c'è più bisogno oggi di allora delle stesse politiche.

La decrescita felice non può essere la soluzione e per i giovani che non lavorano la risposta non è il reddito cittadinanza ma una buona formazione per un buon lavoro».

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