Politica

Guai per Raggi, il presidente arrestato vuole tornare in Consiglio comunale

De Vito, in manette per tangenti in marzo, è stato messo in libertà E adesso i grillini temono che chieda anche i danni d'immagine

Guai per Raggi, il presidente arrestato vuole tornare in Consiglio comunale

La spina nel fianco dei Cinque stelle capitolini, quel «mister preferenze» che alle ultime Amministrative fece il pieno di voti, è un uomo libero. Dopo otto mesi di carcere, Marcello De Vito, grillino della prima ora ed ex presidente del Consiglio comunale, arrestato il 20 marzo per corruzione in uno dei filoni dell'inchiesta sulla costruzione del nuovo stadio della Roma, è stato scarcerato dopo che il Tribunale della Capitale ha accolto l'istanza della difesa. Il dibattimento comincerà il 4 dicembre. «Oggi posso affrontare il processo da uomo libero con la serenità e la consapevolezza della liceità delle mie condotte e con piena fiducia nella processo e nella magistratura», ha detto subito De Vito.

Ma adesso il suo caso rischia di creare nuovo imbarazzo alla maggioranza M5s, che non ha mai portato in Aula la delibera di revoca del presidente dell'assemblea per timore di possibili ricorsi giudiziari, per altro paventati in una diffida inviata dal carcere dal numero uno dell'aula intitolata a Giulio Cesare. L'atto era stato tra l'altro sconsigliato da un parere legale redatto nei mesi scorsi dagli uffici del Campidoglio. Oltre alla mancanza di coraggio dei pentastellati capitolini - che lo scorso luglio ha portato alle dimissioni del presidente facente funzioni Enrico Stefano in favore di Sara Seccia, ex fedelissima di De Vito tutt'ora in carica - c'è l'articolo 11 comma 6 della legge Severino a prevedere che la sospensione temporanea del mandato degli Enti locali «cessa», tra l'altro, nel caso in cui «venga meno l'efficacia della misura coercitiva». L'eventuale ritorno di De Vito alla presidenza dell'Aula, dunque, non è affatto escluso e preoccupa parecchio i vertici del Movimento anche per gli eventuali risarcimenti che l'espulso avrebbe minacciato di chiedere per danni di immagine. Intanto è probabile che parta l'iter che lo porterà a riprendere a breve il posto che formalmente non ha mai voluto mollare.

Erano state le confessioni dell'imprenditore Luca Parnasi a metterlo nei guai. De Vito è accusato di corruzione e traffico di influenze illecite con l'amico avvocato Marcello Mezzacapo. Secondo i magistrati tra i due esisteva un sodalizio e avrebbero ricevuto denaro in cambio di aiuti e favori, anche se entrambi hanno sempre negato di aver mai ricevuto tangenti. De Vito era pronto a tornare in Aula già quest'estate, quando la Cassazione aveva messo in discussione l'impianto accusatorio.

Lui aveva rinunciato all'udienza davanti al Riesame in attesa dell'imminente scadenza dell'ordinanza di arresto, ma i pm a sorpresa chiesero il giudizio immediato prorogando il provvedimento cautelare.

Commenti