La guerra delle liste per "decontizzare" il M5s

Il leader vuole monopolizzare il partito. Balletto di accuse con la Raggi che tenta di ostacolarlo

La guerra delle liste per "decontizzare" il M5s

Sono andati via tantissimi parlamentari e non ci sono più perfino i due fondatori dell'associazione del M5s del 2017, Luigi Di Maio e Davide Casaleggio. Ma restano gli iscritti. Una parte di loro potrebbe essere il tesoretto nelle mani di Beppe Grillo e Virginia Raggi nella guerra delle liste con Giuseppe Conte. Tra il leader e l'ex sindaca di Roma è andato in scena un balletto di accuse. Lei ha chiesto «trasparenza» nelle regole delle parlamentarie. Lui ha risposto piccato: «Voglio tranquillizzare Virginia Raggi: faremo le parlamentarie in modo trasparente, non come ha fatto a Roma dove si è auto candidata senza dire niente a nessuno». Raggi prolunga il botta e risposta e sostiene di essere «perfettamente candidabile» alle parlamentarie grazie al mandato zero, ma che ha deciso di non scendere in campo. Quindi elenca le sue tre motivazioni. «Secondo un principio del M5s che rispetto, se vieni eletto all'interno di un'istituzione, non mi sentirei a mio agio nel fare il salto altrove», la prima. Poi: «Ad oggi non potrei dire con certezza quali saranno, nei prossimi cinque anni in Parlamento, i nostri futuri compagni di viaggio». E infine il bisogno di recuperare una dimensione privata: «In questi ultimi cinque anni la mia vita privata si è totalmente azzerata e sono arrivata a vedere mio figlio solo a colazione».

Raggi sottolinea che continuerà la sua attività come «consigliera comunale e membro del Comitato di Garanzia». Ed è proprio grazie al suo ruolo tra i garanti del M5s che Raggi sta tentando di depotenziare il progetto contiano di personalizzare i Cinque Stelle. Conte fino all'ultimo ha provato a evitare la consultazione con gli iscritti, ma mercoledì sera ha annunciato che avrà l'ultima parola sulle liste e che però saranno consultati anche gli attivisti. Che ormai potrebbero essere l'unica arma a disposizione del duo Raggi-Grillo per evitare la creazione del «partito di Conte». L'avvocato sceglierà i capilista ma gli umori della base giocheranno un ruolo nel potenziale impallinamento di candidati vicini all'ex premier. Gli aventi diritto, in caso di conferma del limite di almeno sei mesi di iscrizione per votare, sono circa 132mila. Moltissimi sono fan di Conte, tanti altri sono attivisti che si sono iscritti prima della scissione di Luigi Di Maio. Migliaia di grillini in grado di stoppare la «contizzazione» del M5s. Il Garante e l'ex sindaca, infatti, vogliono evitare la formazione di gruppi parlamentari totalmente schiacciati sul leader.

L'altro obiettivo è impedire a Conte di candidarsi in cinque circoscrizioni, come da lui annunciato mercoledì. Grillo è in Costa Smeralda e tace, anche se mantiene contatti costanti con il mondo pentastellato. Raggi, invece, non ha perso tempo e ha ricordato all'avvocato che bisogna rispettare il regolamento redatto dal Comitato di Garanzia. Un testo che impedisce di presentare più di una autocandidatura. Conte intanto attacca il terzo polo: «Nuova settimana nuova alleanza per Calenda, che stavolta abbraccia il Rinascimento saudita di Renzi». Il M5s in una nota punta Carlo Cottarelli, candidato del Pd, definito «punta di diamante dei nostalgici di tagli e nucleare».

Ma l'ex premier su Grillo è tranchant: «In campagna elettorale organizzeremo qualcosa insieme» con Beppe Grillo. Il M5s può emanciparsi dal padre fondatore? «Questa è una fase nuova in cui Grillo rimane assolutamente indispensabile».

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