È guerra sulla chiusura del Gran Sasso: ma c'è rischio di inquinamento dell'acqua

Lo stop da domenica prossima. Enormi disagi alla viabilità e ai trasporti

È guerra sulla chiusura del Gran Sasso: ma c'è rischio di inquinamento dell'acqua

L'Abruzzo e l'Italia potrebbero essere spaccati in due. A mezzanotte del 19 maggio, infatti, scatterà la chiusura del tunnel del Gran Sasso.

A volere il blocco della circolazione è Strada dei Parchi (gruppo Toto) concessionaria dell'autostrada. La decisione è legata ai risultati dell'inchiesta della procura di Teramo sul rischio di inquinamento delle falde acquifere del Gran Sasso, dopo lo sversamento di materiali tossici fuorisciti dai laboratori dell'Infn, l'Istituto nazionale di fisica nucleare nel 2002, che si trovano proprio nella montagna, a contatto con il tunnel e il sistema di veicolazione delle acque montane.

Ma gli amministratori locali e le associazioni di categoria si oppongono e oggi la questione verrà affrontata durante un consiglio regionale straordinario, mentre giovedì il problema passerà al vaglio anche dell'assemblea comunale dell'Aquila. Per il ministero dei Trasporti questa chiusura rappresenterebbe un'interruzione di pubblico servizio che equivarrebbe a un inadempimento grave da parte della società concessionaria delle autostrada A24 e A25 e questo potrebbe portare alla «revoca immediata della concessione».

La questione va avanti da un mese. Già il 5 aprile scorso strada dei Parchi aveva fatto sapere al ministero per le Infrastrutture, a quello dell'Ambiente, alle Prefetture dell'Aquila e di Teramo, alla Regione Abruzzo, all'Anas, alla polizia stradale, all'Ispra e all'Istituto nazionale di fisica nucleare del Gran Sasso che vietare la circolazione in entrambe le direzioni era necessario per non «incorrere in ulteriori contestazioni correlate a presunti pericoli di inquinamento delle falde acquifere» e per evitare la «reiterazione del reato». Questo finché non verranno sbloccati i 170 milioni per i lavori di messa in sicurezza. Per ottenere il denaro la Giunta regionale ha già chiesto al governo la dichiarazione di stato di emergenza e l'arrivo di un commissario. Un'urgenza secondo l'Osservatorio Indipendente sull'Acqua del Gran Sasso che a Palazzo Madama ieri ha ricordato che gallerie autostradali e laboratori sotterranei dell'Ispra mettono a rischio uno dei più importanti bacini idrici dell'Italia centro-meridionale, che rifornisce oltre 700mila persone.

«Come ha recentemente attestato anche la perizia dei consulenti nominati dalla Procura di Teramo, nonostante gli oltre 80 milioni di euro spesi - ricorda l'Osservatorio - gli interventi effettuati durante il commissariamento non hanno, se non in minima parte, risolto la mancanza di impermeabilizzazione nelle gallerie e nei laboratori, tanto è vero che, a distanza di anni, il problema è rimasto sostanzialmente invariato e si torna a chiedere un commissario». La questione è complessa.

Il sindaco dell'Aquila Pierluigi Biondi ha annunciato una diffida formale a Strada dei Parchi affinché non venga interrotto un servizio pubblico, che secondo Assoturismo causerebbe un danno insopportabile per economia, società abruzzese e turismo.

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