Politica

«Hai arrestato i miei figli». E uccide il carabiniere

L'assassino è un ex postino di 72 anni. Il maresciallo freddato sul pianerottolo di casa

Massimiliano MugnainiUcciso per aver fatto il proprio dovere. E' il refrain dei consueti messaggi di solidarietà bipartisan giunti in quantità industriale alla famiglia di Antonio Taibi, ma è anche la triste, amara verità. Il maresciallo dei carabinieri freddato ieri mattina mentre stava uscendo sul pianerottolo della sua abitazione nel centro di Carrara è morto perché era un carabiniere che faceva il suo lavoro. Senza sconti. Tanto da diventare «l'uomo che aveva arrestato i miei figli, che aveva rovinato la vita a tutta la mia famiglia», stando alle parole usate per spiegare il folle gesto dal suo assassino: Roberto Vignozzi, 72 anni, postino, in pensione. C'era anche lui martedì in Tribunale a Massa quando il giudice Alessandro Trinci ha condannato ad un anno di reclusione i suoi 2 «ragazzi» per reati di droga. Considerati i precedenti dei giovani rispettivamente 25 e 31 anni - non sono state concesse attenuanti, così la pena è lievitata. Un reato minore rispetto ad altri che li avevano visti protagonisti come vari furti nelle scuole che avevano indotto uno di loro a lasciare un biglietto firmato «Diabolik Per colpa della crisi», ma decisivo per far scattare nella testa del pensionato il piano omicida. Anziché capire cosa magari avesse sbagliato nella loro educazione, ha pensato un giorno intero a come vendicare Riccardo e Alessandro, poi ha agito. Presentandosi ieri attorno alle 7,30 a casa di Taibi con una pistola nel giubbotto. «Avevo notato un tipo strano che si spacciava per un musicista», ha rivelato il figlio minore 16 anni - del maresciallo, che era uscito poco prima del padre per andare a scuola. Ma il carabiniere era un uomo con la schiena dritta, che non si impauriva. Quando Vignozzi gli si è fatto incontro non ha avuto neppure il tempo di abbozzare una reazione: il postino gli ha sparato a bruciapelo, un colpo solo che ha trapassato il torace del militare senza dargli scampo.Quando una colf che si trovava nella palazzina ha sentito lo sparo e ha visto il carabiniere già in fin di vita è scattato l'allarme e la caccia a quell'individuo con il «bomber verde e il cappello da pioggia». Durata pochissimo perché dopo essere scappato a piedi, Vignozzi ha gettato i vestiti sporchi di sangue in un cassonetto, si è cambiato, ha preso un autobus e si è prentato in Procura, a Massa. «Ho ammazzato un uomo» ha detto freddamente al cancelliere che già conosceva essendo colui che gli firmava i permessi per far visita in carcere ai figli. Subito sono scattate le manette per il pensionato, poi interrogato dal sostituto procuratore Alberto Dello Iacono nella caserma La Plava, a pochi metri dall'ufficio della vittima. Già, perché Taibi non faceva più attività investigativa ormai da 8 anni: era capoufficio al Comando Provinciale di Massa. «Continuava comunque ad essere un grande lavoratore ed un ottimo maresciallo, un esempio: oggi per noi è un giorno veramente triste», commentano sconvolti i colleghi di Taibi, che oltre ai due figli 21 e 16 anni - lascia anche la moglie.

Il comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Tullio Del Sette, ha voluto incontrare personalmente tutta la famiglia subito dopo l'arrivo all'obitorio dell'ospedale «Versilia» di Lido di Camaiore, in serata raggiunto anche dai genitori della vittima, originario della provincia di Palermo dove andava in vacanza ed era per tutti «Il gigante Buono.

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