Hanno creato l'eroe De Magistris, adesso lo mollano

Ecco come nel 2007 da magistrato diventò una star grazie a Travaglio e Santoro

Hanno creato l'eroe De Magistris, adesso lo mollano

Il primo a scoprirlo fu Marco Travaglio, che sul blog di Grillo, ad aprile del 2007 (il caso Why not esplose poi a giugno) espresse l'auspicio che i cittadini calabresi si mobilitassero «in difesa dell'onesto e coraggioso pm Luigi de Magistris, attaccato dai soliti noti». E gli stessi grillini, all'epoca non ancora Cinque stelle ma raggruppati in Meet up, si mobilitarono per lui quando poi l'inchiesta esplose, d'estate. Seguì a ruota Antonio Di Pietro, in quel periodo ministro e leader di Italia dei valori. Quindi la consacrazione ufficiale, il 4 ottobre di quel fatidico anno che per de Magistris segna il passaggio da quasi oscuro pm della procura di Catanzaro a star dei talk show e, in prospettiva, a politico: il debutto televisivo ad Annozero di Michele Santoro.

Adesso lo scaricano, tutti. Eppure senza il loro appoggio, senza i loro elogi sperticati al pm senza macchia e senza paura che indagava a raffica su tutti, ministro di Giustizia (Clemente Mastella) e premier (Romano Prodi) inclusi, forse il fenomeno de Magistris non sarebbe mai nato. E Napoli, oggi, non si troverebbe nei guai, con tutti i problemi che ha, e al centro di un braccio di ferro: il sindaco condannato che continua a ripetere che non si dimetterà; e il prefetto, che a breve riceverà gli atti della condanna per abuso d'ufficio del sindaco e che, legge Severino alla mano, dovrà con ogni probabilità disporne la sospensione.

Prima di quel fatidico 2007, incipit dei suoi guai come pm ma anche della sua celebrità mediatica, de Magistris non era una star. Sì, faceva il pm a Catanzaro. E sì, si occupava di inchieste relative ai pubblici amministratori, anche importanti. In verità, già nel 2005, due anni prima di diventare del caso Why not, qualcuno si era lamentato dei suoi metodi investigativi. Un senatore della fu An, Ettore Bucciero, aveva chiesto un'ispezione al ministero di Giustizia, segnalando una serie di «anomalie» nelle inchieste di de Magistris, non ultimo l'abuso dell'utilizzo di intercettazioni. Ma il Csm, nel 2007, archivia. E così de Magistris continua la scalata: l'inchiesta sull'ex governatore Agazio Loiero, il caso Toghe lucane, Poseidone. Una marcia trionfale verso l' «estate calda», quella del 2007.

Il caso delle intercettazioni dei parlamentari in Why not esplode a giugno. A luglio filtrano le prime notizie sugli indagati eccellenti, a settembre si profila il rischio che il pm venga trasferito (poi avverrà). Ed è lì che scatta la macchina per la costruzione dell'eroe de Magistris. I primi sono i grillini. Ma è il 4 ottobre che arriva l'investitura di Michele Santoro. Da un auditorium di Catanzaro stracolmo si collega con Annozero l'eroe del giorno, Luigi de Magistris. È un trionfo. È fatta. Annozero replica a stretto giro, il 18 ottobre, e anzi raddoppia perché con de Magistris arriva in studio un'altra toga all'epoca nella bufera, il gip di Milano Clementina Forleo. Il pm è già un eroe. Di Pietro si accoda alle lodi generali: «Io sto con de Magistris, ha tutto il mio appoggio», proclama. E manterrà la promessa, al punto da portarlo in Europa, con Idv. Da sinistra è un coro tutto per lui.

De Magistris ormai è una star. E anche quando viene punito dal Csm e poi lascia la toga per la politica non perde l'aura eroica. Alle Europee del 2009, con Idv, è un trionfo. E marcia trionfale è, sia pure al ballottaggio, la conquista della poltrona di sindaco di Napoli, nel 2011.

Nel tempo perde qualche amico - Grillo, un po' anche Idv - ma ne acquista altri, come il collega ex pm Antonio Ingroia, sostenuto nella corsa a premier. Lo stesso Ingroia che, come un altro ex pm passato alla politica, Felice Casson, dice che deve dimettersi. La stessa tesi di Travaglio, il primo a scoprirlo, che oggi senza appello dice: «Deve lasciare».

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