Elezioni politiche 2022

"Hanno fatto il patto con i comunisti". La bordata di Calenda al Pd

Il leader di Azione accusa i dem per il fallimento dell'accordo. Poi l'attacco a Letta: "Sapeva che avrei rotto, questa cosa è inguardabile"

"Hanno fatto il patto con i comunisti". La bordata di Calenda al Pd

"Questa cosa qua è inguardabile". Ormai Carlo Calenda è un fiume in piena. Dopo aver interrotto il fulmineo "amorazzo" pre-elettorale con i dem, il segretario di Azione si sta togliendo dalla scarpa una serie di macigni e li sta scagliando direttamente contro il Pd. Il più recente riguarda proprio la scelta del partito di Enrico Letta di stringere accordi con esponenti di sinistra definiti dallo stesso Calenda come comunisti. Un dettaglio non da poco, visto che - secondo quanto lamentato dallo stesso esponente politico - proprio tale scelta ha portato allo strappo con i Democrats nostrani.

"Il Pd ha fatto prima un patto con noi e poi, con contenuti contrari, con chi ha votato 55 volte contro la fiducia a Draghi. Con chi dice di no a tutto, con chi in fondo è comunista", ha affermato il leader di Azione al Tg5. "Ho detto a Letta che così sembrerà un'accozzaglia di persone come erano Bertinotti, Turigliatto, Pecoraro Scanio", ha poi aggiunto. Calenda è così tornato a parlare del proprio passo indietro, alludendo a una sorta di pressing ricevuto dagli ex alleati sulla composizione della coalizione. "Letta sapeva perfettamente che avrei rotto, lo sapeva Più Europa. Hanno pensato di tenerci dentro dicendo: sennò dovete raccogliere le firme. Raccolgo le firme, perché questa cosa qua è inguardabile", ha sottolineato Calenda. Certo, risulta difficile credere che lo sgamatissimo leader di Azione si fosse davvero illuso di stringere un alleanza col Pd senza la sinistra oltranzista.

Calenda ha poi risposto anche alle critiche di Emma Bonino, che lo aveva accusato di aver tradito la parola data per "ragioni fumose", dicendosi da parte sua intenzionata a proseguire l'accordo con il Pd. "Sapeva tutto e ha fatto una scelta, chiaramente una scelta che pagherà in termini di posti", ha chiosato in tono polemico Calenda. Intanto, da sinistra anche il co-portavoce di Europa Verde, Angelo Bonelli, è tornato ad attaccare l'ex ministro dello Sviluppo economico, definendolo in un tweet "drammaticamente fascista".

Tra tensioni e scambi di accuse, lo scontro è ormai aperto e a Calenda non resta ora che trovare una nuova collocazione. Al Tg5, rispondendo sulla possibilità di un accordo con Renzi per la costituzione del terzo polo, il leader di Azione non si è però sbilanciato. "Da noi gli elettori non avranno programmi irrealizzabili ma solo cose da fare per l'italia.

Sto lavorando a una cosa sola, a costruire un programma solido", ha dichiarato.

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