"Dirò che l'accoglienza è una risorsa. Non abbiate paura. Venite a casa mia. Incontrerete delle persone. E quando si conoscono le persone, le paure si dileguano". Così il professor Antonio Calò, insignito dal presidente Sergio Mattarella con il titolo di alto ufficiale al merito della Repubblica insieme a sua moglie per aver ospitato sei migranti, parla della sua scelta di candidarsi alle Europee con il Pd.
"L’accoglienza mi ha reso un altro uomo", dice intervistato da Repubblica a cui racconta che lui e sua moglie "dopo 32 anni di matrimonio, ci siamo trasferiti in canonica, col parroco, mentre i ragazzi sono rimasti nella nostra casa, a Camalò di Povegliano". Ma ne è valsa la pena. Tre di questi migranti "hanno un contratto a tempo indeterminato", aggiunge con una punta di soddisfazione. Calò, poi, attacca Matteo Salvini: "Perché non fa il suo dovere di ministro? Io sono stato attaccato da Forza Nuova, hanno affisso dei manifesti contro la mia famiglia sul muro della scuola. Nessuno si è fatto vivo. Non sarebbe dovere del Viminale debellare queste forze che vanno contro la Costituzione?". Ma non ha paura: "Mi spaventa di più un ministro che sta tutto il giorno a fare selfie, che non è mai in ufficio, ma in perenne campagna elettorale. Non risolve i problemi".
Ciò di cui ha davvero timore è "la semplificazione del suo linguaggio", il voler "risolvere problemi complessi con degli slogan". "Di semplificazione in semplificazione si rischia di arrivare alla dittatura", azzarda il professore pro-migranti.
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