Se per il Corano i piccoli sono soltanto esseri inferiori

Alle radici dell'odio: per il testo sacro dell'islam i bambini non sono intoccabili e possono finire nel mirino dei terroristi

Se per il Corano i piccoli sono soltanto esseri inferiori

È stato un giovane terrorista islamico suicida a farsi esplodere in mezzo a bambini e ragazzini inglesi che si divertivano ascoltando la musica della cantante Ariana Grande sua coetanea a Manchester. Lui incarna l'ideologia della morte che non solo disprezza la vita altrui ma disconosce la sacralità della propria vita. Loro condividono la cultura della vita che è ancor più legittimata e assolutamente inviolabile proprio per la loro tenera età.

Nella nostra Europa dalle radici cristiane i bambini assurgono a modello di una innocenza dell'anima che si eleva alla santità naturale. L'evangelista Marco (c. 10, vv. 13-14) scrive: «Gli presentavano dei bambini perché li accarezzasse, ma i discepoli li sgridavano. Gesù, al vedere questo, s'indignò e disse loro: Lasciate che i bambini vengano a me e non glielo impedite, perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio».

All'opposto nell'islam i bambini sono considerati, al pari delle donne, esseri antropologicamente inferiori, alla stregua dei beni materiali che si acquisiscono, si ereditano o si depredano attraverso le razzie. Allah nel Corano equipara i figli ai beni materiali e li concepisce come una «tentazione» che allontana i fedeli dalla vera fede: «Sappiate, che i vostri beni e i vostri figli non son altro che una tentazione. Presso Allah è la ricompensa immensa (8, 28)». Nelle razzie effettuate da Maometto per depredare le carovane nel deserto o sottomettere al suo potere le tribù arabe politeiste, ebraiche o cristiane, venivano subito uccisi gli uomini mentre le donne e i bambini, in quanto esseri inferiori, venivano venduti al mercato degli schiavi dopo averne abusato sessualmente, erano parte integrante del bottino alla stregua delle bestie, dei terreni e degli oggetti materiali.

Questa concezione dei bambini era già presente nella società araba pre-islamica, che mette al centro la «comunità» e dove le persone si legittimano sulla base del loro status e della loro funzione. Lo stesso Maometto fu un bambino infelice, figlio unico di un padre che morì prima che lui nascesse nel 570, mentre la madre morì quando lui aveva appena 6 anni. Così come fu un uomo sfortunato: sei dei suoi figli morirono prima che lui morisse nel 632. Gli sopravvisse solo la figlia Fatima che però morì pochi mesi dopo, fu l'unica a dargli due nipoti maschi, entrambi uccisi al pari del loro padre, Ali ibn Abi Talib, cugino e genero di Maometto.

Fu così che Maometto morì senza eredi maschi, in una società dove non avere figli maschi era ritenuta una disgrazia. La considerazione che Maometto ebbe dei bambini raggiunse l'apice quando, a 50 anni, sposò Aisha, di appena 6 anni, che divenne la sua moglie prediletta.

È in questo contesto religioso che i terroristi islamici usano

spregiudicatamente i loro bambini per farli esplodere come carne da cannone e uccidono mostruosamente i nostri bambini come se la loro vita non contasse nulla. La radice del male è in Maometto e nel suo Allah.

magdicristianoallam@gmail.com

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