«I cristiani massacrati nel silenzio»

Nove morti in un assalto islamico nelle Filippine. Il Papa accusa l'Occidente inerte e «vergognoso»

Serena SartiniNella memoria di Santo Stefano, primo martire della Chiesa, il Papa ricorda i martiri di oggi, i cristiani perseguitati in ogni angolo del mondo. Il pensiero in particolare va alle Filippine, dove alla vigilia di Natale ribelli musulmani hanno attaccato un villaggio cristiano uccidendo nove cristiani. E condanna, Papa Francesco, il «silenzio vergognoso di tanti».Bergoglio si affaccia dalla finestra del Palazzo Apostolico, davanti a una piazza San Pietro gremita, e recita la preghiera dell'Angelus ricordando le vittime della persecuzione. «La Vergine Maria, cui affidiamo coloro e sono purtroppo tantissimi che come santo Stefano subiscono persecuzioni in nome della fede, i nostri tanti martiri di oggi, orienti la nostra preghiera a ricevere e donare il perdono. Ricevere e donare il perdono», sottolinea il Papa argentino.Occorre essere «misericordiosi, perché attraverso il perdono vinciamo il male con il bene, trasformiamo l'odio in amore e rendiamo così più pulito il mondo». «È tanto brutto vivere nel rancore sottolinea ancora Bergoglio, soffermandosi sul concetto del perdono - ogni giorno abbiamo l'occasione per allenarci a perdonare, per vivere questo gesto tanto alto che avvicina l'uomo a Dio». «Ieri come oggi prosegue il Papa - compaiono le tenebre del rifiuto della vita, ma brilla ancora più forte la luce dell'amore, che vince l'odio e inaugura un mondo nuovo». Poi ricorda l'esempio di santo Stefano, «testimone» perché imita Gesù. «È infatti vero testimone chi si comporta come Lui dice Francesco - chi prega, chi ama, chi dona, ma soprattutto chi perdona, perché il perdono, come dice la parola stessa, è l'espressione più alta del dono».Per il secondo giorno consecutivo, Bergoglio è tornato su un tema a lui particolarmente caro, quello del silenzio assordante della comunità internazionale di fronte al dramma dei cristiani perseguitati. A Natale, infatti, durante la benedizione Urbi et Orbi il Papa si era soffermato sulle numerose forme di persecuzione. «Il mio pensiero aveva detto dalla Loggia della Benedizioni - va a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente nelle recenti stragi avvenute sui cieli d'Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi, ai nostri fratelli perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede». Nel messaggio natalizio, il Papa aveva passato in rassegna i conflitti che attanagliano il mondo, invocando il dono della pace: dai conflitti in Medio Oriente e in Siria alle «atrocità» dello Stato Islamico; dalle sofferenze degli immigrati e dei bambini soldati, fino al dramma della disoccupazione.Come detto poche ore prima delle parole del Papa un gruppo estremista islamico che risulta affiliato all'Isis ha ucciso nove civili cristiani nel sud delle Filippine. I Combattenti per la libertà del Bangsamoro islamico, gruppo che si era opposto all'accordo di pace raggiunto fra il governo di Manila e i ribelli del Fronte islamico di liberazione Moro, hanno compiuto gli attacchi nell'isola meridionale di Mindanao, colpendo prima una città rurale nella provincia di Sultan Kudarat e poi nella provincia del Nord Cotabato.

Nel primo attacco i ribelli hanno ucciso sette contadini, nel secondo hanno ucciso due civili lanciando una granata all'interno di una cappella. Nel Sultan Kudarat avevano anche preso degli ostaggi, usandoli come scudi umani.

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