I delegati di Sanders rompono l'unità e attaccano Hillary

Sostegno in bilico alla vigilia della kermesse di Filadelfia: grida di "vergogna" alla candidata

I delegati di Sanders rompono l'unità e attaccano Hillary

Filadelfia A Filadelfia è già bagarre tra le fila del partito democratico ancor prima dell'inizio dei lavori per la Convention che incoronerà il ticket Hillary Clinton e Tim Kaine. Mentre la candidata alla Casa Bianca e il suo vice fanno rotta verso il Wells Fargo Center, è Bernie Sanders a irrompere sulla scena vestendo ancora una volta i panni del guastatore. Le prime tensioni all'interno del partito sono scoppiate durante la riunione della commissione che si occupa di stabilire le norme per la procedura della nomination, dove i sostenitori di Sanders, secondo precisi ordini di scuderia impartiti dal senatore socialdemocratico, hanno dato battaglia sul sofferto nodo dei «grandi elettori». Fallito il tentativo di far passare le loro proposte di eliminare o limitare il potere dei superdelegati, in molti hanno inscenato una clamorosa protesta, urlando verso i sostenitori di Hillary «vergogna, vergogna» e «state uccidendo il partito». Per evitare il prolungarsi del braccio di ferro è stato raggiunto un compromesso in base al quale verrà costituito un comitato per mettere a punto una riforma entro le prossime elezioni, che dovrà legare gran parte dei superdelegati (ad oggi liberi di cambiare «bandiera» sino all'ultimo) ai risultati delle primarie.

Ma è soprattutto, e ancora una volta, la posta elettronica a mettere nei guai la Clinton. In questo caso non si tratta dello scandalo per l'uso dell'email privata quando era segretario di Stato, ma i messaggi svelati da Wikileaks nei quali emerge come il Democratic National Committee (Dnc) la scorsa primavera cercò di indebolire la posizione di Sanders per favorire l'ex first lady. «È un'indecenza che abbiano cercato di danneggiarmi», tuona il senatore chiedendo le dimissioni della numero uno del Dnc, Debbie Wasserman Schultz. Per tentare di riportare la pace, i vertici dell'Asinello hanno quindi deciso di cancellare la Wasserman dalla kermesse che avrà inizio stasera: non presiederà la Convention, come le spetterebbe, e non terrà il previsto intervento.

Intanto la campagna di Hillary si difende dalle polemiche accusando la Russia di essere dietro alla vicenda, con l'obiettivo di danneggiare i democratici e favorire Donald Trump. Un caos che fa tremare la platea dem pronta a riunirsi a Filadelfia, a cui si aggiunge il rischio di scontri, con 50 mila persone appartenenti a tantissimi gruppi attese in città per manifestare. Mentre infuria la polemica, gli stati maggiori della campagna della Clinton mettono a punto gli ultimi dettagli della Convention, a cui parteciperà il vecchio e il nuovo del partito. Per il calcio d'inizio questa sera ci sono Michelle Obama, che chiude il cerchio avviato nel 2008 a Denver nel suo ruolo di candidata First Lady, e lo stesso Sanders.

Domani invece è il turno dell'ex presidente e aspirante First Husband Bill Clinton, pronto a ripercorrere la carriera di Hillary ma anche il suo lato umano di moglie, mamma e nonna. Mercoledì è la volta del Commander in Chief Barack Obama insieme al vice Joe Biden. Il gran finale è giovedì, con l'incoronazione della Clinton, accompagnata dalla figlia Chelsea. Nel corso della kermesse ci sarà anche un intervento della madre di Trayvon Martin, il teenager disarmato ucciso nel 2012 da una guardia giurata. Sybrina Fulton parlerà in rappresentanza del «Mother of the Movement», mamme di vittime di armi da fuoco uccise spesso dalla polizia.

La candidata democratica potrà anche mettere al suo arco la freccia

dell'endorsement annunciato dall'ex sindaco di New York Michael Bloomberg, che nei mesi scorsi aveva pensato di candidarsi alla Casa Bianca come indipendente ma ora vede nella Clinton «la miglior candidata per i moderati».

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