I dodici mesi di Tajani: riformatore moderato al timone dell'Europa

L'azzurro guida il Parlamento Ue da un anno Dal ruolo di Bruxelles alla Merkel, ecco le tappe

I dodici mesi di Tajani: riformatore moderato al timone dell'Europa

Due episodi raccontano, forse meglio di tanti discorsi ufficiali e di tante missioni internazionali, chi è Antonio Tajani e come ha interpretato il ruolo di presidente del Parlamento europeo, in questo primo anno di mandato.

Era il 4 luglio scorso e contrasse le labbra con irritazione, sentendo a Strasburgo il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, definire «ridicolo» il Parlamento, perchè in pochi partecipavano al dibattito sui migranti. Lo fece finire e, con calma e freddezza, replicò: «La prego, signor presidente, di avere un atteggiamento più rispettoso. Può criticare il Parlamento, ma non è la Commissione che controlla il Parlamento, è il Parlamento che controlla la Commissione». L'ex-premier lussemburghese fu costretto a scuse formali.

Già il 3 marzo Tajani aveva rimesso al suo posto l'eurodeputato polacco Janusz Korwin-Mik, che con i baffoni asburgici e il papillon rosso sfoggiava in aula il suo sessismo: «Le donne dovrebbero guadagnare meno degli uomini, perché sono più deboli, più piccole, meno intelligenti». Lui lo zittì, tagliente: «Non tollererò un simile comportamento. Offendendo tutte le donne, l'eurodeputato esprime disprezzo per i nostri valori fondamentali». Seguì l'annuncio della massima sanzione: 30 giorni senza diaria (circa10 mila euro, 10 giorni di sospensione dai lavori e un anno senza poter rappresentare il Parlamento.

Difesa delle istituzioni, della centralità del Parlamento («l'unico direttamente eletto»), del primato della politica e tutela dei diritti fondamentali, con la riscoperta della nostra identità culturale, sono i principi della missione di Tajani per riavvicinare l'Europa ai cittadini. La sua decisione nel difendere le prerogative del legislatore di Bruxelles l'ha mostrata bloccando l'iniziativa della Vigilanza della Bce sulla valutazione dei crediti deteriorati.

La nomina del primo italiano a capo dell'Europarlamento è del 17 gennaio 2017 e lui ha ancora un anno davanti. Anno importante, perchè deciderà il nuovo volto dell'Ue. «Il primo cambiamento che serve - spiega - è una profonda revisione del prossimo bilancio pluriennale, un bilancio politico, che risponda alle vere priorità dei cittadini». Da oggi primi ministri e capi di Stato presenteranno in aula la loro idea dell'Unione del futuro. «Auspico che al più presto possano venire anche Angela Merkel ed Emmanuel Macron», dice Tajani. Cita due protagonisti della scena europa con i quali ha un rapporto di grande stima reciproca. Con la cancelliera tedesca i suoi uffici avrebbero portato al riavvicinamento con Silvio Berlusconi, dopo le tensioni del passato. Lo sguardo di Tajani da tempo è europeo, anche se si parla molto di lui come di una preziosa risorsa per Forza Italia, di cui è stato tra i fondatori, su cui il Cavaliere potrebbe puntare per un governo di centrodestra, dopo le elezioni. Lui finora ha smentito fermamente. Giornalista è rimasto nell'animo, dai tempi del Giornale di Indro Montanelli e nel nuovo ruolo ha difeso la libertà di stampa, come dopo l'assassinio di Dafne Caruana Galizia a Malta. Ma da politico e politico azzurro ha incarnato il volto moderato del partito, quello di cui non si ricordano eccessi e polemiche, ma mediazioni e diplomazia, sempre mettendo prima il senso delle istituzioni. La carriera più che in Italia l'ha costruita a Bruxelles, lontano dalle beghe politiche nostrane, come Commissario ai Trasporti e poi all'Industria, fino al vertice dell'Europarlamento, con il forte sostegno del Ppe, di cui è stato vicepresidente. Negli anni dell'antipolitica e del populismo vuole valorizzare il lavoro dei parlamentari. «Ho agito da speaker del Parlamento europeo, non da primo ministro», dice. Per dare risposte concrete alle preoccupazioni della gente su sicurezza, immigrazione, disoccupazione, ha firmato 90 atti legislativi.

Il «suo» parlamento è centrale nelle trattative sulla Brexit, attento a Balcani e Africa, ha approvato la riforma del Regolamento di Dublino sui rifugiati, il Fondo per lo sviluppo dell'Africa, quello per l'Industria della Difesa, il Procuratore europeo, la Direttiva antiterrorismo, il rafforzamento delle frontiere esterne, il nuovo sistema anti-dumping. Il vero successo, per Tajani, è vedere sull'eurobarometro aumentare dell'8% (il 6 in Italia) i cittadini che danno un voto positivo all'Europa.

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