Nessuna firma in bianco. Forza Italia e Lega si siedono volentieri al tavolo di Palazzo Chigi ma si aspettano da parte dell'esecutivo giusta sensibilità e buonsenso nell'accogliere i punti essenziali dei cahiers de doléances raccolti in queste prime settimane di crisi. Più draconiane le proposte leghiste (come quella di allargare a tutto il Paese la cosiddetta «zona rossa»), rivolte soprattutto agli effetti della crisi nei principali settori della nostra economia quelle di Forza Italia. Sia il partito di Berlusconi che quello di Salvini (nella foto in alto) hanno portato ieri sera a Conte il frutto di un lavoro di ascolto serio e profondo che ha coinvolto un centinaio di associazioni di categoria. Ma alla fine delle riunioni estese da Conte alle opposizioni, a tarda sera, subito si levano le voci preoccupate delle capogruppo azzurre Anna Maria Bernini e Mariastella Gelmini. Dice la presidente dei deputati: «Deludente, noi ci aspettavamo una riunione sui temi economici, invece si è parlato di salute, che non è poca cosa, ma il Paese aspetta risposte, le imprese sono in grande difficoltà».
Come ha spiegato Giorgio Mulè di Forza Italia (nella foto in basso), «con i nostri 29 dipartimenti abbiamo fatto un certosino censimento sugli effetti che l'espandersi dell'epidemia sta avendo sul tessuto produttivo. Ci siamo calati nella trincea del Paesereale per toccare con mano la gravità della sitazione». Ne è nato il dossier che ieri sera le due capigruppo di Camera e Senato Gelmini e Bernini hanno consegnato a Giuseppe Conte e soprattutto al ministro dell'Economia Roberto Gualtieri. Un documento di 22 pagine, dal titolo slogan ItalYes, articolato in alcuni punti saldi: più flessibilità nel lavoro; meno tasse, più sviluppo (taglio aliquote Imu, sospensione scadenza Tari, eliminazione plastic e sugar tax); rilancio delle attività produttive; agricoltura e tutela del made in Italy; investimenti e infrastrutture; scuola. Andiamo per ordine. Il partito di Silvio Berlusconi chiede un «radicale cambio di rotta nelle politiche del lavoro»: per questo «si rende necessario un superamento del cosiddetto decreto dignità», attivando da subito la Cig in deroga per tutte le aziende alle quali non si applicano gli ammortizzatori sociali esistenti.
In particolare, spiegano i rappresentanti di Forza Italia, è necessario ripensare l'insieme delle regole europee di finanza pubblica (Patto Stabilità e Crescita, Fiscal Compact). Per alcuni settori (in particolare turismo, agricoltura, commercio e servizi alla persona) vanno reintrodotti i voucher per avere forme di lavoro flessibile legate alle reali necessità delle imprese. Sulla scorta dell'esperienza della ricostruzione del ponte Morandi - aggiunge Gelmini - bisognerebbe «replicare questo modello per avviare medie e grandi opere in tutta Italia». Recuperando, insomma, lo spirito della Legge Obiettivo per la programmazione e la realizzazione delle opere. E questo - conclude Gelmini - grazie proprio al superamento del Codice degli Appalti pubblici per sburocratizzare le procedure per la realizzazione dei lavori.
La Lega invece sottolinea l'importanza di allargare la «zona rossa a tutto il Paese». Per i rappresentanti del Carroccio (ieri a Palazzo Chigi sono entrati i due capigruppo di Camera e Senato Massimiliano Romeo e Riccardo Molinari) bisogna altresì estendere «le varie moratorie almeno fino a dicembre, con la possibilità di trasformarle in esenzioni o quanto meno prevedere una rateizzazione di quanto dovuto».
Sull'esenzione Imu per i fabbricati industriali delle zone rosse Forza Italia e Lega presentano proposte molto simili. Il Carroccio poi chiede un incremento a 500 euro mensili per le indennità previste per gli autonomi, estensione della Cig a tutto il territorio nazionale, rinnovo della cedolare secca sugli immobili commerciali.
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