Finiscono sotto i riflettori le deluchiane «Luci d'artista». La kermesse natalizia di quest'anno è finanziata infatti con un milione di euro «scippato» alla Terra dei fuochi. Soldi pubblici inizialmente destinati alla valorizzazione dei prodotti campani, messi in ginocchio dal terrorismo psicologico (e commerciale) legato all'emergenza ambientale esplosa tra le province di Napoli e di Caserta, ma stornati a favore dell'evento clou nel regno del governatore Pd. Nel bilancio del Comune di Salerno, guidato fino all'elezione proprio dal presidente della Regione, sono confluiti oltre 900mila euro provenienti dalla società in house «Sviluppo Campania» che dovevano servire a rilanciare l'immagine della filiera enogastronomica locale, uscita letteralmente a pezzi dall'accerchiamento mediatico che nell'ultimo triennio ha portato a un crollo dell'export campano di oltre il 40 per cento (solo il comparto della mozzarella di bufala, nel 2014, ha perso ben 57 milioni di euro). Un disastro economico e occupazionale acuito per di più da fenomeni di «jena marketing» di aziende concorrenti del nord che hanno provato a sradicare quote di mercato al sud. Il denaro finito a Salerno aveva uno scopo ben preciso: riabilitare le eccellenze campane e passare al contrattacco dimostrando che l'area a rischio della «Terra dei fuochi» si estende per soli 15 ettari, un fazzoletto appena rispetto alla superficie coltivabile complessiva a disposizione.«In particolare Sviluppo Campania avrebbe utilizzato le misure previste nell'azione 8 Arte e cultura per Expo», spiega il consigliere regionale Massimo Grimaldi, esponente del gruppo Caldoro Presidente. La capogruppo grillina del parlamentino campano, Valeria Ciarambino, invece attacca frontalmente De Luca: «Come presidente della commissione Trasparenza già ad ottobre e per ben due volte avevamo convocato il presidente De Luca e quello di Sviluppo Campania per accertare le modalità del press tour dei giornalisti e proprio per fare luce su Expo e Terra dei fuochi ma nessuno si presentò all'audizione contravvenendo agli obblighi istituzionali e al dovere della trasparenza».Da Palazzo Santa Lucia provano a giustificarsi alla men peggio. Un comunicato di smentita (anonimo, peraltro) dai toni polemici non solo conferma il dirottamento dei fondi ma apre addirittura un ulteriore fronte di contestazione, quello della disparità di trattamento tra Salerno e le altre città. «Per l'Expo specifica la Regione nella nota la precedente Amministrazione aveva stanziato ben sei milioni di euro. L'attuale ha risparmiato 3,2 milioni. La cifra residua, come previsto dall'avviso Arte e cultura per follow up Expo 2015, è stata destinata con bando e prevedendone la rendicontazione, ai cinque Comuni capoluoghi della regione come prosecuzione in loco della strategia Expo». Che cosa c'entri però uno spettacolo natalizio, come «Luci d'artista», con Expo e soprattutto con l'enogastronomia campana, nessuno lo spiega. Poi, il rattoppo peggiore del buco: «Ogni singolo capoluogo, compreso Napoli... ha potuto e può utilizzare quota parte la cifra risparmiata, per promuovere il proprio territorio». C'è un piccolo particolare: Salerno ha beneficato, da sola, della fetta più grande dell'intero plafond. Il resto dovranno spartirselo in quattro.
Sono lontani i tempi dello strazio annuale che vedeva l'allora sindaco De Luca inseguire i finanziamenti regionali di settore per allestire lo show luminoso. Oggi che è governatore, sulla città brilla la buona stella dello Sceriffo. E i soldi non mancano mai.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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