I gialloverdi rianimano i sindacati e li avvicinano pure a Confindustria

Sfilano anche gli imprenditori romagnoli. Le critiche di Salvini

I gialloverdi rianimano i sindacati e li avvicinano pure a Confindustria

Roma Uno slogan su tutti, quello sullo striscione che apre il corteo e dà il nome all'evento: «Futuro al lavoro». È in quelle tre parole il senso della mobilitazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil, sei anni dopo l'ultima manifestazione unitaria, che si è tenuta ieri a Roma per chiedere al governo una nuova politica economica fatta di investimenti e lavoro e per sostenere le proposte unitarie su crescita, sviluppo, pensioni e fisco.

Piazza della Repubblica, da dove parte il corteo, è stracolma. Gli organizzatori sapevano che l'appuntamento avrebbe attirato un gran numero di persone, tanto da decidere di farle arrivare in piazza San Giovanni invece che in piazza del Popolo, come previsto inizialmente. Palloncini e bandiere dei colori dei tre sindacati confederali, cori e musica. Un unico comune denominatore: voglia di cambiamento. «Meno stati sui social, più stato sociale», uno degli striscioni sull'attivismo digitale dei politici gialloverdi. Il vicepremier Matteo Salvini non gradisce: «Curioso che la Cgil, rimasta muta sull'infame legge Fornero, nella prima settimana in cui viene smontata, vada in piazza». Ma i sindacati sono compatti contro l'esecutivo. «Il governo esca dalla realtà virtuale e si cali nel mondo reale», dice Anna Maria Furlan. Il segretario generale della Cisl chiede di «sbloccare le infrastrutture, quelle medie e grandi opere per cui sono stati bloccati senza alcun motivo miliardi e miliardi e oltre 400mila posti di lavoro». Per Maurizio Landini, segretario generale della Cgil, tra la gente si avverte la voglia di chiedere un cambiamento delle politiche sbagliate: «La manifestazione chiarirà bene al governo - dice - che se vuole cambiare questo Paese deve farlo assieme a chi lavora e deve accettare di confrontarsi». Con i lavoratori, i giovani, i pensionati, i disoccupati e le famiglie, protestano anche gli imprenditori, spinti dalla necessità di far ripartire gli investimenti. Quelli di Confindustria Romagna sono preoccupati per lo stop alle trivelle nel Mar Adriatico. Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, dice di aver chiesto un confronto al governo e di essere in attesa che chiamino: «Non possono essere autoreferenziali, questa piazza la devono ascoltare. Quota 100 va bene - afferma - ma si deve trovare una soluzione anche per tanti altri lavoratori che avrebbero diritto di andare in pensione e non possono. Il reddito di cittadinanza è un utile strumento contro la povertà, ma vorremmo anche che si creasse lavoro per i giovani». Prima dei comizi conclusivi salgono sul palco alcuni delegati per dare voce a tutti i settori e le generazioni del mondo del lavoro che non si sentono rappresentati: c'è un'infermiera del 118, una pensionata, un rider, un delegato Ilva, una delegata della scuola, un lavoratore edile.

Tra la gente i due candidati alla segreteria del Pd.

«In piazza contro un governo che sta devastando il Paese», attacca Maurizio Martina. «Denunciamo una mancanza di prospettiva economica che sta mettendo in mezzo alla strada una parte di questo Paese», gli fa eco Nicola Zingaretti.

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